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Pallini Limoncello – Recensione

 

Principale vantaggio

Pallini propone un limoncello realizzato con limoni di Amalfi, la tipologia Sfusato, riaccendendo così la diatriba tra chi possieda le materie prime migliori. Il risultato è comunque un prodotto dal sapore ricco e avvolgente.

 

Principale svantaggio

Non si tratta di un limoncello artigianale e anche la gradazione alcolica è inferiore rispetto a quella standard che ci si aspetterebbe da questi prodotti. Non è adatto dunque a tutti i consumatori, soprattutto quelli più esperti nel campo.

 

Verdetto 9.5/10

Il limoncello Pallini si colloca in una posizione intermedia tra quelli di fascia elevata e i prodotti a basso costo. Se non amate liquori troppo forti potrebbe rivelarsi una buona scelta, soprattutto per la realizzazione di cocktail.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Limoni Sfusato

Con il prodotto Pallini ci si allontana leggermente dalla costiera Sorrentina per spostarsi su quella Amalfitana. L’azienda romana sfrutta infatti i limoni della tipologia Sfusato, provenienti dalla zona del salernitano e protetti dal marchio europeo IGP, le cui caratteristiche principali sono la grandezza superiore alla media, la forma allungata e l’assenza di semi.

Il brand non realizza solo questa tipologia di alcolico ma ha una vasta selezione di liquori tipici della penisola, pertanto la produzione non è esattamente artigianale, fattore che potrebbe scoraggiare alcuni acquirenti decisi a provarlo, tuttavia, va anche sottolineato che il prodotto è attento alle esigenze dei consumatori: non contiene OGM, è un cibo Kosher e soprattutto, si presenta privo di glutine.

Confezione regalo

La bottiglia non è venduta da sola ma è inserita all’interno di una scatola che, nonostante il basso prezzo, la impreziosisce, rendendola comunque interessante come idea regalo. Magari per amici stranieri che frequentano il nostro Paese e a cui si vuole far assaggiare qualcosa di tipico senza però spendere troppo. Per il consumo è consigliato il classico bicchierino, tirando fuori la bottiglia dal congelatore solo pochi attimi prima di servire la bevanda, in modo che sia ancora fredda e cremosa. 

Se invece preferite dedicarvi alla realizzazione di cocktail, una delle proposte Pallini in merito ci è sembrata quella più convincente: il Limoncello Sparkling Cocktail. Per la sua corretta realizzazione avrete bisogno di un bicchiere con ghiaccio nel quale versare, oltre a 22 ml di limoncello, 22 ml di gin, 22 ml di Aperol e finire con prosecco per riempire il bicchiere. Mescolare con un cucchiaio e guarnire con foglie di basilico o pezzi di peperone rosso.

Se vi sembra troppo impegnativo, però, potete comunque orientarvi su qualcosa di più semplice, come il Pallini Spritz che prevede semplicemente l’uso di limoncello e prosecco, allungando magari con acqua gassata per un aperitivo leggero.

 

Occhio alla gradazione

Questa si ferma al 26%, pertanto non è uno dei limoncelli più forti sul mercato. Se siete alla ricerca di prodotti più intensi potete dare un’occhiata alle altre offerte sul mercato. Tale dettaglio non deve però essere necessariamente negativo, dal momento che chi non è abituato al sapore forte del liquore potrebbe preferire l’offerta Pallini.

 

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Distilleria Petrone – Recensione

 

Principale vantaggio

Ci troviamo di fronte a un prodotto al 100% naturale, privo dunque di conservanti o additivi, per chi vuole assaggiare un limoncello che abbia un sapore intenso privo di aromi artificiali ma frutto semplicemente della qualità delle materie prime.

 

Principale svantaggio

Il costo è un po’ più elevato rispetto alla media, pertanto se avete un budget limitato potrebbe non essere la scelta più interessante. Prima di passare ad altre offerte più economiche, però, potreste prendere in considerazione i numerosi vantaggi del prodotto Petrone, illustrati nella nostra recensione.

 

Verdetto 9.7/10

Potrete consumare il limoncello Petrone sia da solo sia in cocktail originali grazie al suo sapore intenso e piacevole. Se volete uno dei limoncelli più apprezzati dai consumatori, potreste aver trovato il prodotto che fa esattamente al caso vostro.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Eccellenza campana

L’Antica Distilleria Petrone nasce nel 1858 a Mondragone, grazie alla visione del fondatore Domenico Petrone. Dopo cinque generazioni, ancora oggi l’azienda produce liquori dalla qualità elevata tra cui spicca proprio il limoncello, realizzato con limoni della Zona Cementara, sulla Riviera Domitia. I più attenti avranno notato che non parliamo dunque di limoni di Sorrento o di Amalfi, solitamente i più apprezzati per la realizzazione di limoncello. 

Ciò non deve però far pensare che si tratti di un liquore inferiore, poiché la scelta del luogo non è stata casuale. La zona presenta infatti un terreno di natura vulcanica, che conferisce agli agrumi un sapore intenso con aromi mediterranei. La produzione prettamente artigianale fà sì che tutte le caratteristiche tipiche dei limoni vengano preservate e ciò influisce, come si può facilmente immaginare, sul costo finale del prodotto che si presenta come uno tra i più alti sul mercato. 

Un dettaglio che potrebbe far desistere alcuni acquirenti ma ai quali consigliamo comunque di dare una chance al liquore in questione poiché si rivela un buon limoncello  per intenditori e naturale al 100%, privo quindi di aromi artificiali, additivi, conservanti e acido ascorbico. Tale caratteristica può essere notata, talvolta, con l’affioramento degli oli essenziali, provenienti dalle bucce di limone.

Da solo o in compagnia

Il modo migliore per bere il limoncello della Distilleria Petrone è da solo, preferibilmente ghiacciato, proprio come suggerisce la ricetta tradizionale tramandata di generazione in generazione. Tuttavia, come spesso accade per questo liquore, la sua freschezza e la sua intensa profumazione si sposano estremamente bene con altre bevande, dando la possibilità di creare dei cocktail unici. 

Tra i consigli dell’azienda abbiamo un mix estivo che prevede, oltre al limoncello, l’aggiunta di succo di limone, per sprigionare le note dell’agrume in modo più incisivo, compensando poi con ginger beer e liquore alla liquirizia.

La bottiglia si presenta con forme squadrate e quindi leggermente insolita poiché generalmente hanno un lungo collo e forma cilindrica. Sulla parte frontale campeggia un etichetta in stile vintage, apprezzata dai collezionisti che espongono i liquori in una vetrinetta che funge da bar casalingo.

 

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Dolci e cocktail: i 10 migliori con il limoncello

 

Tante idee per preparare cocktail e dolci a base di limone ma soprattutto di limoncello: bevete e saziatevi tutti.

 

Il limoncello venduto online è un gustoso liquore che spesso fa la sua comparsa a fine pasto in quanto è un buon digestivo, ad ogni modo le occasioni per sorseggiare, freddo o a temperatura ambiente, sono diverse. Il limoncello, però, può anche essere l’ingrediente per la preparazione di dolci e cocktail, quindi se cercate dei modi alternativi per usare il limoncello, magari preparato con le vostre mani, prendete spunto da quanto segue.

Villa Massa & Tonic

Vogliamo cominciare con un cocktail poco conosciuto ma che, stando a chi ha avuto modo di provarlo, non ci metterà molto a diventare famoso. Il cocktail arriva direttamente da Meta di Sorrento e potete scommetterci che da quelle parti ne capiscono di limoncello. È fresco, perfetto per l’estate ma, bando alle ciance e vediamo come si prepara. È importante che il limoncello sia molto freddo quindi dovete tenerlo nel congelatore; versatene 5 cl in una calice riempito a metà con cubetti di ghiaccio, versate 15 cl di acqua tonica e aggiungete tre o quattro foglie di basilico ma non prima di averle schiacciate un po’ tra le mani. Mescolate e servite.

Limoncello & Gin

Cocktail da gustare durante le ore serali è il Limoncello & Gin. La preparazione ha un livello di difficoltà prossima allo zero. È importante che il bicchiere sia ben freddo quindi deve stare un’oretta nel congelatore. Nel bicchiere va messo del ghiaccio per poi versare subito dopo 50 ml di limoncello, 25 ml di gin e il succo di un limone. Dopo una bella mescolata il cocktail è pronto per essere servito.

 

Sorrento e Nuvole

Il Sorrento e Nuvole è una rivisitazione del famoso Margarita ed è una invenzione del bartender Flavio Angiolillo che ha giocato sul contrasto tra il Mezcal e il Limoncello. La ricetta prevede 40 ml di limoncello, 20 ml di Mexcla Vago, pimento, 15 ml di Ancho Reyes e 20 ml di lime.

 

Summer love

Il nome ci aiuta a capire che questo è un tipico cocktail estivo. In uno shaker Boston adagiate alcuni cubetti di ghiaccio, aggiungete 20 ml di Absolut Citron e altrettanti di succo di limone, poi versate 10 ml di limoncello  seguito da una stessa quantità di Pisang Ambon. Chiudete lo shaker e date una bella agitata. Filtrate il contenuto in un bicchiere highball ben ghiacciato, aggiungete un po’ di soda all’aroma di limone lime. Per decorazione usate una fettina di Carambola, l’originale frutto a forma di stella.

 

Black Basil

Un altro cocktail molto fresco è il Black Basil. Come fatto in precedenza per il Summer Love, riempite il vostro shaker Boston con dei cubetti di ghiaccio, versate 30 ml di Absolut Vodka  una medesima quantità di succo di limone seguito da 15 ml di limoncello e 15 ml di sciroppo e basilico. Agitate energicamente e filtrate in un highball. Aggiungete un po’ di acqua tonica.

 

Muffin al cocco e al limoncello

Dopo aver visto alcuni cocktail passiamo a suggerire dei dolci che prevedono l’impiego del limoncello. Cominciamo con dei gustosi muffin al cocco e limoncello. In una ciotola setacciate 350 g di farina unitamente a 16 g di lievito per dolci in polvere mezzo cucchiaino di bicarbonato. Aggiungete 80 g di cocco disidratato e un pizzico di sale. Con lo sbattitore montate 190 g di burro con 200 g di zucchero allo scopo di ottenere una crema. Aggiungete tre uova medie una alla volta e seguite montando il tutto.  È importante che prima di aggiungere l’uovo successivo il precedente sia stato ben incorporato alla crema. 

Versandolo a filo, unite al composto 150 ml di latte. Subito dopo aggiungete 50 ml di limoncello. Adesso aggiungete la farina setacciata in precedenza e un po’ di scorza di limone grattugiata. Continuate a montare il composto fino ad ottenere una consistenza liscia e omogenea. Il composto va messo in una sacca a poche senza bocchetta. In un contenitore per muffin sistemate i pirottini di carta quindi al loro interno mettete l’impasto. Cospargete i muffin con il cocco disidratato e infornate a 180° per 25 minuti.

 

Rotolo con crema al limoncello

Alziamo il livello di difficoltà di preparazione: prepariamo un rotolo con crema al limoncello. Per la pasta biscotto separate i tuorli dagli albumi di 5 uova. I tuorli vanno nel contenitore dell’impastatrice planetaria (in alternativa potete usare uno sbattitore), aggiungete 70 g di zucchero. Montate e nel frattempo aggiungete la scorza grattugiata di un limone. A questo punto incorporate 10 g di limoncello. 

Dovete ottenere un composto cremoso. In un’altra ciotola versate l’albume d’uovo e 70 g di zucchero, montate a neve. L’albume così montato va aggiunto al composto preparato in precedenza. Aggiungete 100 g di farina setacciata e mescolate. Versate il contenuto in una leccarda rivestita con della carta da forno. Con una spatola livellate l’impasto che deve essere spesso 1 cm circa. Infornate a 220° per circa 7 minuti (bastano 4 minuti se il forno è ventilato). Sistemate la pasta biscotto su un piano e spolveratela con zucchero semolato. Avvolgetela nella pellicola e fatela raffreddare. Nel frattempo preparate la crema.

In acqua fredda lasciate in ammollo dei fogli di gelatina per un totale di 20 g. In un pentolino fate riscaldare 20 ml di acqua, aggiungete la scorza grattugiata di un limone e 200 g di zucchero. Al preparato aggregate 100 ml di limoncello e fate bollire il tutto. Con una frusta sbattete 12 tuorli d’uovo. Appena l’acqua con gli altri ingredienti bolle, aggiungetela ai tuorli d’uovo. Mescolate e rimettete tutto nel pentolino. Cuocete a fuoco lento fino all’inizio dell’ebollizione quindi mettete 200 g di burro tagliato a cubetti. Mescolate tenendo la fiamma bassa per circa 3 minuti. 

Spegnete e aggiungete i fogli di gelatina ben strizzati. Mescolate e versate la crema in un contenitore adeguato, copritela con la pellicola dopo che si è raffreddata, quindi mettete la crema in frigo. In attesa che la crema si raffreddi preparate la bagna. Aggiungete a 50 ml di acqua, 50 ml di limoncello e 50 g di zucchero: fate bollire. 

Ora che la crema è ben fredda, mixatela per pochi secondi fino ad avere una consistenza cremosa e densa. Montate 350 ml di panna fresca con dello zucchero a velo. Unite la panna alla crema. Bagnate la pasta biscotto con la bagna, aggiungete la crema e fate un rotolo. Chiudetelo nella pellicola e mettete in frigo. Dopo un paio d’ore togliete la pellicola e guarnite con altra crema.

 

 

 

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Sei idee per utilizzare i limoni senza buccia

 

Ci sono svariati modi per non sprecare nulla di questo agrume e noi ve ne proponiamo sei per riutilizzare quelli senza buccia che avete in frigo.

 

I limoni sono un agrume tipico del nostro Paese, anche se pare che l’origine vada ricercata in Asia, ad ogni modo non ci sono molte notizie in merito. Certo è che è diventato un ingrediente tipico della nostra cucina, conosciuto soprattutto come condimento può in realtà servire  a più usi ma a volte si commette l’errore di non sfruttarlo tutto. 

Cosa vogliamo dire? Ad esempio sappiamo tutti che quando si prepara il limoncello più venduto, si utilizzano solo le scorze. In mano resta il limone sbucciato, anzi, pelato e non si sa cosa farsene. Molti lo lasciano abbandonato nel frigo fin quando non è da buttare. Perché tale spreco, anche considerando che in alcuni periodi dell’anno i limoni si vendono a peso d’oro? Ci pensiamo noi a darvi qualche idea su come utilizzare i limoni senza buccia.

 

Tisana

Giornata dura è stressante? Vi meritate un momento di relax e in questi casi una tisana aiuta. Non una tisana qualsiasi ma una con limone e zenzero. Per gustarla portate a ebollizione un po’ d’acqua quindi spegnete il fuoco e aggiungete circa 2 cm di radice di zenzero insieme al succo di mezzo limone. Attendete 10 minuti e togliete la radice. Zuccherate a piacere e bevete finché la tisana è calda.

Risotto al limone

Indecisi su cosa preparare a pranzo? Pensateci bene perché è l’occasione per utilizzare quei limoni senza buccia che avete in frigo. Che ne dite di un bel risotto? La preparazione è semplicissima. In una pentola mettete della cipolla tritata, un filo d’olio d’oliva extravergine, 20 grammi di burro. Accendete il fuoco e fate soffriggere la cipolla. Aggiungete 250 grammi di riso mescolando di continuo per qualche minuto. 

A questo punto versate un mestolo di brodo vegetale (servono 600 ml) e ripetete questo gesto ogni volta che il brodo si asciuga. A metà cottura è il momento di aggiungere il succo di un limone. Girate e fatelo assorbire dal riso quindi riprendete ad aggiungere il brodo. Una volta che il brodo è stato assorbito del tutto spegnete il fuoco e aggiungete del parmigiano grattugiato.

 

Petto di pollo al limone

Al primo ci abbiamo pensato, ma il secondo? Beh visto che con il risotto avete fatto una bella scorpacciata, anche perché da soli vi siete spazzolati una quantità che tranquillamente avrebbe potuto soddisfare due o tre persone, manteniamoci leggeri con il petto di pollo al limone. Spremete il succo del limone in una ciotola e muniti di pennello spennellate con il succo il petto di pollo che successivamente dovete infarinare. 

In una padella mettete tre cucchiai di olio d’oliva extravergine, un po’ di rosmarino e accendete il fuoco. Quando l’olio è pronto mettete in padella il petto di pollo e fatelo rosolare. Quando è pronto, toglietelo e tenetelo da parte e, nella padella, versate il succo di un limone, un cucchiaio di farina e un po’ di buccia di limone grattugiata. Tenendo la fiamma bassa, riscaldate il tutto per alcuni minuti mescolando di continuo fino a ottenere una salsa, da versare poi sul petto di pollo.

 

Crema al limone

Mettiamo da parte i salati anche perché sappiamo che tra quelli che ci leggono ci sono tante persone golose di cose dolci. Cominciamo con una crema al limone che può essere usata per farcire una torta oppure da mangiare così, a cucchiaiate. Abbiamo pensato di proporvi la versione senza uova per venire incontro a chi non le mangia. Non è una crema vegana in quanto si usa il latte, tuttavia sentitevi liberi di sostituirlo con quello di soia o riso. 

In una pentola sufficientemente capiente versate mezzo litro di latte e il succo di un limone. Portate il latte a ebollizione. Mentre il latte è pronto, in una ciotola mescolate 100 g di zucchero, 50 g di amido di mais e il succo di un limone. Amalgamate gli ingredienti e versateli nel latte quindi cuocete a fuoco basso mescolando di continuo fin quando non ottenete una crema morbida. Diamo alcuni suggerimenti per gustare questa crema. Come detto la potete usare per farcire i dolci ma può anche essere consumare da sola. È ottima anche per accompagnare le fragole.

 

Torta al limone

Abbiamo fatto la crema, prepariamo anche la torta. Per questo vi serve un robot da cucina e i seguenti ingredienti: due limoni interi più il succo di un altro limone, 150 grammi di farina, 125 grammi di zucchero, un uovo intero più un tuorlo, due cucchiai di crema di limoncello, 40 grammi di mandorle tritate e mezza bustina di lievito vanigliato. Tutti questi ingredienti vanno processati all’interno del robot ma ricordate di tagliare a fette il limone senza buccia. Cercate di eliminare il più possibile la parte bianca. Versate il composto ottenuto in uno stampo circolare da 21 cm e infornate a 180° per 40 minuti. A cottura ultimata guarnite con le mandorle tritate.

Confettura di limoni

Un’altra cosa deliziosa che può essere preparata con i limoni senza buccia è la confettura. Tutto ciò ci cui avete bisogno sono 400 ml di acqua, 1 kg di zucchero e otto limoni, che vanno tagliati a fette e privati dei semi. Disponete le fette di limone in una ciotola contenente 100 ml di acqua. Lasciate macerare per 24 ore. Il giorno seguente versate il contenuto della ciotola in una pentola preoccupandovi di aggiungere altri 100 ml di acqua. Accendete il fuoco con fiamma moderata e scaldate l’acqua con il limone. L’acqua non deve raggiungere l’ebollizione, il fuoco va spento un attimo prima. 

Eliminate l’acqua filtrandola mediante un colino e recuperate il composto. In una pentola aggiungete 150 ml di acqua e fatela bollire, quindi aggiungete il limone cotto in precedenza e lasciatelo sul fuoco per mezz’ora. In un altro pentolino fate sciogliere lo zucchero in 50 ml di acqua con fuoco moderato. Aggiungete lo sciroppo al limone e fate cuocere 50 minuti.

 

 

 

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Liquori

I trucchi per preparare un ottimo limoncello

 

Stanchi del gusto artificiale del limoncello che comprate al supermercato? Vi diamo alcune dritte per produrlo in casa. 

 

Il limoncello è un liquore fortemente legato alla tradizione culinaria campana e in particolare quella napoletana, sebbene le sue origini non siano tanto da rintracciarsi nella metropoli partenopea ma in provincia. Dove esattamente? Difficile dirlo perché in merito c’è un’autentica lotta campanilista: sono ben tre le città che si contendono la paternità della famosa bevanda alcolica tanto è vero che ci piace parlare del “Triangolo del limoncello” i cui vertici sono Sorrento, Amalfi e Capri, tre luoghi di forte attrattiva turistica che ogni anno sono visitati da tantissima gente proveniente da tutto il mondo ed è qui che probabilmente hanno il loro primo incontro con il miglior limoncello

Ne restano affascinati a tal punto da fare scorte per parenti e amici, anche se poi durante il viaggio di ritorno in molti ci ripensano e se lo tengono tutto per loro. Quando un prodotto tipico è buono, ahinoi può essere vittima di imitazioni. Sapevate, per esempio, che esiste una variante fatta con i limoni della California? Cosa volete, in fatto di cibo e bevande ci copiano di tutto ma lasciamo da parte questi discorsi.

 

Limoncello industriale o fatto in casa

Con il crescere della fama del limoncello si è moltiplicata la sua produzione industriale, cosa che in vero gli ha fatto perdere parte delle sue qualità e del suo gusto. Se oggi stappiamo una bottiglia della grande produzione non di rado si avverte un sapore artificiale tanto è vero che c’è il dubbio che non tutti gli ingredienti siano naturali. Il confronto poi tra il limoncello fatto in casa e quello che si può comprare al supermercato è tutto a vantaggio del primo e a ben dire visto che quello preparato artigianalmente prevede pochi e semplici ingredienti del tutto naturali.

I trucchi per la preparazione del limoncello

Preparare il limoncello non è cosa complicata tuttavia c’è qualche pratico trucco che consente di avere un buon risultato. Cominciamo dal primo segreto ovvero la scelta dei limoni. Lo abbiamo detto in precedenza c’è una disputa in atto e senza via d’uscita circa l’origine del limoncello, disputa nella quale non vogliamo entrare tuttavia da più parti abbiamo sentito dire che con i limoni di Capri il limoncello viene meglio. 

Sarà vero? Secondo noi dovreste essere voi a giudicare usando oltre quelli di Capri anche quelli di Amalfi e Sorrento, naturalmente in occasioni diverse. A parte l’origine, è molto importante scegliere i limoni con cura, optate per quelli più belli e freschi, se poi avete una vostra pianta tanto di guadagnato. Selezionati i migliori limoni, è importante pulire la scorza con grande cura, va eliminata qualsiasi impurità, se necessario usate anche una spazzola da cucina.

Il secondo trucco riguarda il modo corretto di pelare la buccia dei limoni. Non usate il coltello bensì un pelapatate poiché vi permette di ottenere delle scorze fini e cosa fondamentale, non asportare anche la parte bianca che renderebbe il limoncello amaro, questa è la causa principale del fallimento di quanti si dedicano per la prima volta alla produzione del limoncello.

 

L’importanza della componente alcolica

Il limoncello dovete berlo voi, al massimo qualche amico o parente, pertanto non lesinate sull’acquisto dell’alcool, deve essere di buona qualità, anche se ciò comporta pagare qualcosa in più, tuttavia anche questo è un piccolo trucco per ottenere un buon limoncello. L’alcol a 90° deve essere versato in un contenitore a chiusura ermetica, quindi vanno aggiunte le scorze di limone. Chiudete tutto e lasciate macerare. 

Ora la tradizione vuole che il periodo di macerazione sia di 30 giorni tuttavia, e qui siamo a un altro trucco, può bastare molto meno a estrarre tutte le caratteristiche aromatiche e gli oli essenziali. Quanto? Appena tre giorni. Ora sta a voi decidere se aspettare tanto tempo oppure no, ma ricordate che la cosa importante è conservare il recipiente lontano da fonti di calore e dalla luce, a tale scopo potete avvolgere il recipiente in un panno.

Trascorso il tempo necessario alla macerazione delle scorze di limone c’è da preparare lo sciroppo, questo richiede due semplicissimi ingredienti: acqua e zucchero. Per quanto riguarda il dosaggio è di 600/700 grammi per litro d’acqua tuttavia se volte un liquore meno dolce, potete usare meno zucchero. Il tutto va messo una pentola al fine di portare lo sciroppo a ebollizione. Una volta che lo sciroppo si è raffreddato, va aggiunto alle scorze di limone e all’alcool. Adesso sì che vi conviene aspettare un bel mesetto. Anche in questo caso il contenitore deve essere sistemato lontano dalle fonti di calore e al buio. Durante questi 30 giorni, di tanto in tanto date una mescolata al vostro limoncello.

Gli ultimi passaggi

A questo punto il limoncello va filtrato, a tale scopo vi serve un colino ma prima dovete procurarvi delle bottiglie. Tali bottiglie vanno sterilizzate poiché batteri e germi potrebbero alterare il vostro limoncello. Vediamo come fare la sterilizzazione. La prima operazione prevede il lavaggio delle bottiglie con acqua calda e detersivo. Fatto ciò immergete le bottiglie in un pentolone e copritele con acqua corrente, portate l’acqua a ebollizione. 

È importante non mettere nella pentola le bottiglie quando l’acqua è già bollente in quanto lo shock termico potrebbe provocare la rottura. Quando l’acqua bolle le bottiglie possono urtarsi, se il rumore vi infastidisce potete avvolgerle in uno straccio. Raggiunta l’ebollizione attendete altri cinque minuti poi spegnete il fuoco. Attendete mezz’ora circa, togliete le bottiglie dall’acqua e fatele asciugare. Ora sì che potete filtrare al loro interno il limoncello. Ricordate di tenere la bevanda in un luogo asciutto, chi lo desidera può tenerla anche nel congelatore, il limoncello non si congelerà.

 

 

 

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Superalcolici

I 10 alcolici più forti del mondo

 

Ci sono alcolici che possono lesionare la bocca, persino semi paralizzare le corde vocali se non bevuti con le giuste precauzioni, scopriamoli.

 

L’articolo in questione è per i palati forti, si parla di alcolici, anzi, di superalcolici. Qui c’è roba forte, roba che scotta, tenete il telefono a portata di mano perché potreste aver bisogno di chiamare i pompieri per spegnere l’incendio che vi brucerà tra la bocca e lo stomaco, una lunga lingua di fuoco che prenderà a frustate il vostro tratto esofageo. Due raccomandazioni prima di entrare nel vivo dell’articolo: ricordate che l’alcool è per i maggiorenni ma soprattutto, bevete sempre responsabilmente e ciò vale ancor di più per i superalcolici che vi presenteremo tra un attimo. Per rendere l’articolo più interessante, con un po’ di suspense cominceremo dalle bevande più “leggere” per poi, alla fine, scoprire a chi andrà la medaglia d’oro.

 

10. Fuoco di Russia

“Madre Russia” da quelle parti sanno cosa significa bere “roba forte”. La terra dei cosacchi, degli zar e del famigerato Rasputin non è solo vodka. Il Fuoco di Russia è prodotto in Siberia, lo riconoscete dal suo bel colore rosso rubino e dal profumo intenso che si propaga appena togliete il tappo. In fatto di gradazione siamo ancora a livelli tollerabili ma parliamo pur sempre di un bel 70% vol. La ricetta è segreta e si tramanda fin dal 1886. È consigliato berlo con ghiaccio, in un bicchiere precedentemente refrigerato.

9. Latte di suocera

Il latte di suocera non ha bisogno di tante presentazioni, si tratta di un alcolico rinomato e italianissimo. La prima volta che fece la sua comparsa fu a metà dell’800, in una distilleria di Zugliano, in provincia di Vicenza. Il nome, probabilmente, fu un simpatico omaggio alla suocera dell’inventore che evidentemente provocava in lui forti bruciori e acidità di stomaco. La gradazione è di 75° ma si trovano anche bottiglie da 70°. Sebbene possa essere bevuto da solo trova largo impiego anche nei cocktail, in particolare in quelli flambè vista la sua infiammabilità.

 

8. John Crow Batty Rum

Questa è roba per veri pirati, se anche voi fate parte di un losca ciurmaglia e avete la gola secca mandate giù un goccio di rum giamaicano John Crow Batty. La gradazione è di 80% vol. Il produttore suggerisce di diluirlo con un po’ d’acqua e fareste bene a dargli ascolto… corpo di mille balene!

 

7. Jacques Senaux Black

Non poteva mancare un posticino in classifica per il miglior assenzio, la bevanda ufficiale dei poeti decadenti e non solo. Generalmente l’assenzio ha una gradazione di 70° ma quello di Jacques Senaux Black si spinge fino ad 85°. Altra cosa che lo rende particolare è il colore nero invece del classico verde. Dobbiamo comunque aggiungere che l’assenzio può avere diverse colorazioni oltre quella comunemente conosciuta da tutti che è appunto il verde smeraldo.

 

6. Balkan Vodka

Comunemente si pensa che la Vodka sia una bevanda alcolica soltanto russa, in realtà se ne produce un po’ in tutto l’est Europa quindi anche in Bulgaria ed è proprio da qui che viene la Balkan Vodka. C’è chi paragona uno shot di vodka a una fucilata, beh, in questo caso parliamo di un fucile per elefanti: in bocca vi esploderanno 88°. Insomma, comincia a fare davvero caldo.

 

5. Hapsburg Gold Label Premium Reserve Absinthe

Se il Jacques Senaux Black vi è sembrato leggerino, vediamo se cogliete la prossima sfida con questo assenzio. La gradazione sale a 89°, questa volta trovate il tipico colore verde smeraldo. Il paese d’origine dell’assenzio Hapsburg Gold Label Premium Reserve è la Repubblica Ceca. Ci potete rifornire anche il vostro lanciafiamme, funzionerà benissimo.

 

4. Poìtin

Al quarto posto troviamo il Poitìn, conosciuto anche come Poteen. Dobbiamo precisare che questa bevanda irlandese è disponibile in diverse gradazioni, si va dal 40% al 90% vol. È un distillato di malto e pensate, secondo una legge in vigore fin dal 1661, è vietata la produzione casalinga (vi immaginate una cosa del genere per il nostro limoncello?).

 

3. Gocce Imperiali

Siamo finalmente giunti in zona podio e la medaglia di bronzo va all’Italia con le Gocce Imperiali, bevanda altrimenti nota come Tintura Imperiale. Si tratta di un distillato di erbe la cui ricetta è custodita e tenuta segreta dai monaci della certosa di Pavia. Si tratta di un distillato le cui origini risalgono al 1766 e in cui lo zafferano è alla base del caratteristico colore giallo. Il sapore più evidente che si percepisce è quello dell’anice. La gradazione è molto alta, siamo al 92% vol. Si sconsiglia di bere le gocce imperiali in forma pura per evitare lesioni all’interno della bocca, problemi alla gola e persino la parziale paralisi delle corde vocali. Dunque come bere le Gocce Imperiali? Un modo molto diffuso è quello di diluirle in acqua.

 

2. Everclear

La medaglia d’argento va agli Stati Uniti sebbene la produzione dello Everclear sia vietata in buona parte degli stati del “paese a stelle e strisce”. Con i suoi 95° fondamentalmente è alcool puro. Un prodotto simile è il Golden Grain che è alla base di cocktail quali lo Instant Death e lo Screaming Purple Jesus.

1. Spirytus 

L’attesa è finita, siamo giunti al gradino più alto del podio. La medaglia d’oro va al collo (della bottiglia) dello Spirytus. Si tratta di una vodka made in Poland. Ha una gradazione pari al 96% vol. C’è una pubblicità tutt’altro rassicurante su questa vodka. Si dice che sia quella bevuta dai piloti in Siberia così se l’aereo è a corto di carburante, possono versarla nel serbatoio. Non sappiamo voi ma noi non saliremmo mai su un aereo pilotato da un pilota che ha appena bevuto Spirytus…

 

 

 

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Superalcolici

19 drink da provare in giro per il mondo

 

Ogni Paese ha la sua caratteristica bevanda alcolica, molte di queste sono famosissime nel modo, altre meno ma, credeteci, vale la pena assaggiare tutte.

 

Quante volte avete associato il cibo a un Paese? In effetti la cucina è senza dubbio un tratto culturale e quindi fortemente identitario. Ci sono piatti tipici di una nazione ma persino di una regione. Insomma, il carattere identitario del cibo è innegabile, ma vi siete mai fermati a pensare che ci sono anche dei drink tipici di determinati posti? Ebbene sì, Paese che vai bevanda (alcolica) che trovi. Dunque proviamo a ipotizzare un lungo itinerario che vi porterà in giro per il mondo alla scoperta delle “bellezze da bere”.

 

Pisco Sour

Se andate in Perù ci sono almeno due cose imperdibili. La prima è Machu Picchu, la seconda è il Pisco Sour, praticamente il drink peruviano per eccellenza. Come suggerisce il nome la base del cocktail è il Pisco che viene unito con bitter, succo di lime e albume d’uovo che, pur non aggiungendo chissà cosa in termini di gusto, è indispensabile a dare consistenza creando una bella schiuma in superficie.

Caipirinha

La Caipirinha è un drink brasiliano che ci mette davvero poco a farvi barcollare quindi andateci piano. La  base è la Cachaça, un’acquavite del luogo, a cui si aggiungono: zucchero, ghiaccio, succo e spicchi di lime. Fin dal primo sorso si nota il grande equilibrio tra acido e dolce.

 

Malbec

In Argentina il vino è cosa seria, a tal proposito Mendoza è meta ambita dagli appassionati di questa bevanda. Sorseggiare del buon Malbech con le Ande sullo sfondo mentre si è avvolti dal profumo dei vigneti è un’esperienza sensoriale unica che bisogna assolutamente fare se si passa da quelle parti.

 

Tequila

Lasciamo il Sudamerica per spostarci in Centro America, in Messico per essere più precisi. Dobbiamo dire che qui la scelta è abbastanza ampia ma alla fine la bevanda che più di altri rappresenta questo paese è senza ombra di dubbio la Tequila, magari da bere con sale e limone.

 

Piña Colada

Se riuscite a far un salto a Porto Rico è lì che berrete la migliore Piña Colada, niente a che vedere con le imitazioni che potete trovare nei bar nostrani. Ci sono più versioni di questo cocktail ma quella classica è senza dubbio con rum bianco, latte di cocco, succo d’ananas e ghiaccio.

 

Mojito

Cocktail che non ha bisogno di presentazioni è il Mojito la cui origine è cubana. Gli ingredienti sono rum bianco, lime, zucchero, soda e foglioline di menta.

 

Bourbon

Non mancano i drink negli USA, la California, per esempio, è rinomata per il vino ma noi vogliamo portarvi altrove, anche se siamo indecisi tra Tennessee e Kentucky, due stati confinati e terre di ottimo Bourbon.

 

Cesar

Se vi spostate in Canada avete modo di assaggiare uno dei cocktail più particolari al mondo, si tratta del Cesar che i canadesi consumano in abbondanza. La bevanda è a base di vodka alla quale si aggiungono ingredienti che potrebbero sembrare improbabili ma che uniti sono una squadra vincente, almeno per i canadesi. Dicevamo degli ingredienti, oltre alla già citata vodka ci sono sedano, salsa piccante, lime e… reggetevi forte, succo di molluschi.

 

Assenzio

Lasciamo l’America e spostiamoci più vicino casa, si viaggia in Europa, prossima tappa la Francia. Dopo essere stato bevuto per circa un secolo in clandestinità, finalmente nel Paese transalpino il miglior assenzio può essere acquistato liberamente. 

 

Negroni

Uno dei cocktail più famosi al mondo è italiano, si tratta del Negroni bevuto soprattutto come aperitivo. La bevanda è a base vermouth rosso, gin e bitter Campari. Il cocktail prende il nome dal suo inventore, il conte Camillo Negroni che, a dire il vero, si limitò a sostituire nell’Americano il seltz con il gin.

 

Sangria

Dici Spagna e pensi subito alla Sangria, l’associazione è inevitabile. Non tutti sanno però che non esiste un’unica ricetta per la preparazione e che gli ingredienti variano a seconda della zona. Si usa un vino rosso (anche se in Catalogna preferiscono spumanti o comunque vini bianchi) corposo e dall’alta gradazione alcolica, poi frutta e spezie.

 

Ouzo

L’Ouzo è la bevanda rappresentativa della Grecia. Va bevuto liscio e se vi piace l’anice state certi che vi innamorerete di questo tipico drink del paese ellenico.

 

Gin & Tonic

Pur non essendo originario dell’Inghilterra il Gin è diventato molto popolare tra gli inglesi a partire dal diciassettesimo secolo. Trova applicazione in tanti cocktail ma il più bevuto è sicuramente il Gin & Tonic.

 

Scotch whisky

Lo scotch è fiero rappresentante della Scozia, l’unico luogo dove è legalmente ammessa la produzione, se fatto altrove non può definirsi scotch whisky. Ci sono diverse varietà: single malt. single grain, blended, blended malt e blended grain.

 

Guinness

Restiamo nelle vicinanze, ci spostiamo in Irlanda, terra di folletti, quadrifogli, banshee e naturalmente della Guinness, una delle birre scure (color rubino scuro) più famose al mondo, riconoscibile alla vista per la sua schiuma bianca e compatta.

 

Schnapps

Con lo Schnapps restiamo sul generico, infatti è un termine che indica qualunque bevanda alcolica forte, anche se nel senso più stretto tale bevanda ha un gusto di frutta. Sebbene in molti ritengono che il miglior Schnapps si beva in Germania non sono da buttare neanche quelli che potete assaggiare in Austria, Francia e Svizzera.

 

Pinot Noir

La Nuova Zelanda è rinomata per i suoi vini tanto è vero che è uno dei maggior esportatori al mondo e, tra questi, c’è il Pinot Noir che viene prodotto a Central Otago e Marlborough.

Becherovka

Dopo un’abbondante cena a base di piatti tipici della cucina Ceca non c’è niente di meglio per concludere che un Becherovka, un mix di anice, cannella e alcune erbe. È un ottimo digestivo.

 

Sakè

Un giro in Giappone? Allora non si può dire di no a una bottiglia di Sakè ottenuta dal riso fermentato. Il Sakè è indissolubilmente legato alla storia giapponese. Può essere bevuto caldo o freddo ma va sempre servito nella caratteristica sakazuki, una tazza di porcellana molto piccola tanto per sottolineare che il sakè va bevuto a piccoli sorsi.

 

 

 

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Superalcolici

I problemi causati dall’eccessivo consumo di alcol

 

Con gli alcolici non si scherza perché basta poco per passare dal divertimento a una tragedia. Una cosa è certa, esagerare con l’alcol porta solo guai.

 

Un bicchiere ogni tanto di assenzio venduti online o di altra bevanda alcolica non ha mai fatto male a nessuno. Il problema è quando quel bicchiere diventa due, tre, quattro per aumentare sempre più. L’alcol è come quell’amico che all’inizio ti fa divertire, ti porta in bei posti, conosce la gente giusta ma poi si rivela per quello che è: un bastardo senza scrupoli. 

Ci vuole moderazione, come con tutto nella vita, ma soprattutto consapevolezza. Consapevolezza dei limiti da non superare, consapevolezza delle conseguenze, anche irreparabili perché l’alcol può ucciderti lentamente oppure in un attimo e magari farci andare di mezzo anche chi non c’entra nulla: le cosiddette stragi del sabato sera sono tristemente note. Non stiamo scrivendo questo articolo per fare la paternale a qualcuno, non è questo il nostro compito; abbiamo un’altra missione che è quella di informare.

 

Come agisce l’alcol una volta ingerito

Possiamo citare almeno tre caratteristiche peculiari dell’alcol: è tossico, causa dipendenza ed è potenzialmente cancerogeno. Il suo consumo non apporta un briciolo di beneficio all’organismo, anzi, fa male perché provoca danni diretti alle cellule, in particolare a quelle del sistema nervoso centrale (quindi al cervello) e del fegato. Come emerso dal “Global Status Report on Alcohol and Health”, pubblicato nel 2018 ma facente riferimento ai dati raccolti nel 2016, a causa dell’alcol sono morti intorno ai 3 milioni di persone che rappresentano il 5,3% di tutti i decessi verificatisi in quell’anno.

Vediamo cosa accade nel momento in cui si ingerisce l’alcol; il 20% di questo è assorbito dallo stomaco, l’80%, invece, è assorbito dalla prima parte dell’intestino. L’alcol, quindi, passa nel sangue e successivamente dal fegato al quale spetta il compito di distruggerlo per mezzo dell’alcol deidrogenasi (si tratta di un enzima). Dopo questo processo la sostanza ingerita è finalmente smaltita e non ve n’è più traccia nel sangue. 

I tempi di smaltimento non sono identici per tutti poiché ciò dipende dalle condizioni fisiologiche dell’assuntore. Insomma, lo smaltimento dipende dal sesso, dall’età, dall’etnia persino, oltre che da altre caratteristiche della persona. Detto ciò aggiungiamo che il sistema di smaltimento non è del tutto efficiente nei minori di 21 anni e assolutamente inefficiente per i minori di 16 anni. Superata la soglia dei 65 anni si perde progressivamente la capacità di smaltire l’alcol. In generale le donne hanno 50% in meno di capacità nello smaltire questa sostanza.

 

Quali i danni

L’assunzione di bevande alcoliche è diretta conseguenza o comunque aumenta il pericolo dell’insorgere di molte patologie come la cirrosi epatica, tumori maligni e benigni, pancreatite, depressione, ansia, epilessia, demenza e disfunzioni sessuali. Alle malattie bisogna poi aggiungere quelli che in gergo si chiamano “danni alcol correlati”, ovvero danni causati da comportamenti indotti dallo stato di intossicazione acuta, pensiamo agli infortuni sul lavoro, gesti violenti e atteggiamenti sessuali rischiosi.

Non è finita perché l’alcol è spesso la causa di incidenti stradali e la guida in stato di ebbrezza ha una certa rilevanza nei decessi dei giovani. Nella sola Europa si stima che il 25% dei ragazzi morti tra i 15 e i 29 anni è causa dell’alcol. Per quanto riguarda il genere femminile nella stessa fascia di età, i decessi sono del 10%.

Una delle prime patologie connesse all’alcool è la crisi di astinenza. Si tratta di una patologia reversibile la cui durata e intensità è soggettiva. In suddetta crisi influenzano il periodo di assunzione della bevanda alcolica, la quantità e il tipo. Un consumo continuativo e in gran quantità di alcolici causa effetti paragonabili a quelli derivanti dal consumo di sostanze psicotrope, quindi induzione alla dipendenza sia fisica sia psichica nonché assuefazione oltre a una serie di disturbi del comportamento. Come si riconosce una crisi di astinenza? Sintomi tipici sono tremori, ansia, sudorazione, cefalea, disturbi dell’umore, cefalea, nausea, vomito, crisi epilettiche e finanche il delirium tremens.

Ci sono, poi, le patologie organiche alcol correlate che interessano l’apparato gastro enterico come, a titolo di esempio, la gastrite, l’esofagite, epatite cronica o acuta, cirrosi e tumori come già detto in precedenza. Abbiamo accennato anche alle patologie riguardanti il sistema nervoso centrale e periferico, in particolare polinevriti e atrofia cerebrale, ma anche il sistema cardiovascolare è esposto a rischi con l’aumento delle probabilità di soffrire un infarto miocardico, vasculiti, tromboflebiti. 

Non è finita, chi consuma troppo alcol mette a rischio il sistema endocrino riproduttivo, quindi, impotenza e infertilità ma anche riduzione del desiderio sessuale, problemi che potrebbero anche diventare irreversibili.

 

Alcol e gravidanza

Lo sanno tutti o almeno dovrebbero saperlo tutti: le donne in stato interessante non devono assumere bevande alcoliche altrimenti si espone il bambino al rischio di essere affetto da ritardo mentale e non solo. L’etanolo è in grado di attraversare la placenta compromettendo lo sviluppo del feto limitandone la crescita, il peso e causando danni al sistema nervoso centrale. Bere durante la gravidanza significa aumentare le probabilità che il nascituro soffra di un deficit di attenzione, problemi di memoria e comportamenti impulsivi.

Meno si beve meglio è

È dimostrato che l’alcol aumenta esponenzialmente il pericolo di sviluppare più di duecento patologie, ciò rende impossibile identificare quali livelli di consumo non comportino rischi per il bevitore. Possiamo prendere a prestito una massima della comunità scientifica “meno è meglio” ma volendo definire ugualmente dei parametri allora bisogna tenere conto della frequenza e della quantità di alcolici ingeriti, l’assunzione durante i pasti, sesso ed età, la tollerabilità alle bevande alcoliche in base allo stato di salute e l’assunzione di medicinali. Bere alcolici fuori dai parametri comporta danni acuti o cronici.

 

 

 

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Bollicine

Il miglior spumante

 

Conclusione

 

 

Le nostre selezioni dei migliori spumanti

 

Uno spumante di qualità è sempre il benvenuto a tavola per accompagnare antipasti, dolci o per fare un bel brindisi nelle occasioni speciali. Se non sapete come scegliere un buono spumante e avete bisogno di qualche consiglio, allora siete arrivati sulla giusta pagina. 

Qui potrete trovare le opinioni sui più venduti e apprezzati per il loro rapporto qualità-prezzo, in questo modo potrete acquistare quello giusto per le vostre esigenze senza spendere troppo. Vi consigliamo quindi di fare una comparazione tra le offerte e valutare attentamente i prezzi. 

 

 

1. Franciacorta Brut Cuvée Imperiale DOCG – Berlucchi, 750 ml

 

Ci troviamo davanti al miglior spumante dell’anno per rapporto qualità-prezzo tra quelli venduti online. Il Franciacorta Brut si distingue per il suo gusto pregiato che lo rende adatto sia per accompagnare piatti a base di carne e pesce, sia per essere gustato dopo i pasti magari con un buon dolce, o semplicemente per fare un bel regalo. Il suo caratteristico colore giallo paglierino risulta molto piacevole alla vista, mentre il sapore deciso potrà soddisfare anche i palati più esigenti, grazie anche a delle lievi note di frutta secca, agrumi e crosta di pane che si uniscono in modo armonico. È uno spumante perfetto anche per l’estate, in quanto molto fresco. Nello specifico il Cuvée Imperiale viene creato con uve di vigneti Chardonnay, miste ad una piccola percentuale di Pinot Nero, coltivati nella famosa zona collinare Franciacorta in Lombardia. 

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2. Ferrari – Brut Spumante Metodo Classico Trento Doc, Cl 75

 

Tra i migliori spumanti del 2024, il Brut prodotto da Ferrari si conferma uno dei più apprezzati, non a caso i pareri degli utenti sono molto positivi. Nonostante si tratti di uno spumante di alta qualità, viene venduto a prezzi bassi, quindi ideale se non volete spendere troppo. Per quanto riguarda il sapore, il Brut è famoso per il suo gusto deciso, ma allo stesso tempo delicato, capace di dare una sensazione di freschezza al palato, stimolandolo con delicate note di frutta matura, crosta di pane e nocciola. Anche al naso risulta piacevole, con un odore intenso ma allo stesso tempo gentile. Il Ferrari viene preparato con uve di vigneti Chardonnay, lasciate a fermentare per 36 mesi e affinate nella bottiglia. Si presta molto bene per accompagnare dolci e per aperitivi, sebbene nulla vieti di portarlo a tavola anche per pranzi o cene a base di carne e pesce. 

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3. Franciacorta Bellavista Alma Grand Cuvee DOCG, Cl 75

 

La zona bresciana della Franciacorta ormai è un marchio di garanzia e qualità per quanto riguarda la produzione di spumante. Questa bottiglia di Grand Cuvée Bellavista si presenta con un prezzo molto interessante, specialmente se consideriamo il livello alto della bevanda, una soluzione ideale per fare bella figura ad un pranzo o ad una cena. Lo spumante si distingue per la sua preparazione eseguita con una tecnica tramandata da generazioni che prevede l’unione tra uve chardonnay di pinot nero e pinot bianco, alla quale segue una fermentazione in piccole botti. Il processo dona alla bevanda il suo caratteristico colore paglierino e il sapore sapido, ma allo stesso tempo rinfrescante. Soddisfacente anche il retrogusto persistente con leggere note aromatiche che allietano il palato. Una soluzione ottima per qualsiasi occasione, anche per pasti a base di carne e pesce. 

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4. Ca’ del Bosco Franciacorta Cuvée Prestige 0,75lt

 

Dei vari Franciacorta sul mercato, quello creato dalla cantina Cà del Bosco è ritenuto uno dei più pregiati dagli appassionati e dagli esperti, infatti non è proprio il più economico sulla piazza. Il costo elevato però viene totalmente ripagato dal gusto superlativo ottenuto grazie alla qualità alta delle selezioni di uva Chardonnay combinate in percentuale minore con Pinot nero e Pinot bianco delle migliori annate. Tutto questo per creare uno spumante dal sapore autentico, con una freschezza unica che potrà allietare il palato anche durante un pranzo all’aperto durante una giornata particolarmente soleggiata. Se volete fare un bel regalo, ma non sapete quale spumante scegliere allora il Ca’ del Bosco vi farà fare davvero un figurone. Cliccando sul link qui di seguito potrete andare sulla pagina del negozio dove acquistare il prodotto. 

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5. Franciacorta Satèn DOCG – Contadi Castaldi, 750 ml

 

Con una storia che parte dal 1987, la cantina Contadi Castaldi è una delle più importanti della zona Franciacorta, dal quale lo spumante prende il nome. Il Satèn in particolare viene prodotto solo utilizzando uve bianche utilizzando il metodo classico, ovvero lasciandolo rifermentare in bottiglia dopo la fermentazione nelle botti. Un’altra caratteristica tipica del Satèn è la pressione minore della bottiglia che rende il gusto particolarmente morbido per il palato, con un retrogusto deciso e piacevoli sfumature di mela. E proprio questa leggerezza nel sapore permette di abbinare lo spumante a pietanze a base di salmone, quindi ideale per una buona cena di pesce in compagnia di amici o familiari. Il colore paglierino con perlage lo rende anche molto bello da vedere all’interno di un calice, quindi perfetto per un servizio di gran classe. 

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6. Zg1wen Spumante Metodo Classico Portofino DOC 2016

 

Se state cercando un nuovo spumante che non sia un Franciacorta e avete un buon budget, potete puntare su questa bottiglia Abissi Bisson, creato con il singolare ‘Metodo Champenoise’. Viene prodotto utilizzando uva raccolta da vigneti sul mare, in seguito dopo la fermentazione in botte, le bottiglie vengono immerse a 60 metri di profondità e lasciate per mesi in modo da poter lievitare in un ambiente ottimale con una temperatura di 15 gradi. Il risultato è uno spumante di qualità elevata con un gusto unico che al palato risulta lievemente salato. Per il resto, lo spumante presenta molte caratteristiche comuni con il Brut quindi consigliato per pranzi e cene a base di pesce. Tenete conto che questa bottiglia ha un costo molto alto, quindi potrebbe non fare al caso vostro nel caso vogliate spendere poco. 

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7. Perini & Perini Malvasia Spumante Dolce 

 

Uno spumante dolce di origine piacentina che si presenta in una bottiglia davvero piacevole da vedere, capace di esaltare il suo colore pagliericcio con eleganti riflessi dorati. Viene realizzato utilizzando uva dei vigneti di quella zona, in particolare della Trebbia e val d’Arda, lasciato a fermentare con lieviti accuratamente selezionati, in modo da non intaccare gli aromi del vitigno. Non aspettatevi la stessa qualità di tipologie più costose come il Franciacorta, in quanto questo spumante è consigliato prevalentemente per accompagnare i dolci a fine pasto. La gradazione alcolica molto leggera di soli 6% lo rende bevibile da tutti, quindi ottimo per feste, ricevimenti o altre occasioni speciali. La dolcezza complessiva della bevanda si unisce ad aromi di pesca e albicocca, con un retrogusto fruttato longevo e molto soddisfacente.  

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8. Cesarini Sforza Brut Riserva DOC, Cl 75

 

Una cantina del Trentino molto apprezzata, Cesarini Sforza prepara gli spumanti utilizzando il Metodo Classico, ritenuto il più antico dagli esperti e dagli appassionati. Una delle caratteristiche distintive è la conoscenza necessaria delle viti e del processo di produzione, per questo viene usato solo dai più esperti, in grado di garantire risultati ottimali. Il Brut viene realizzato utilizzando solo uve Chardonnay coltivate nei vigneti locali e lasciato maturare per 24 mesi nell’oscurità e nel silenzio delle migliori cantine. Il risultato è uno spumante dal colore oro brillante e con un odore coinvolgente caratterizzato da un bouquet di agrumi, fiori bianchi e dolciumi come zucchero filato e brioches. Il gusto si distingue per la sua particolare esuberanza e per la sua cremosità, ideale per accompagnare i dolci o semplicemente per fare un bel brindisi. 

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9. Gancia Pinot di Pinot Brut – Confezione Magnum Astucciata da 1.5 L

 

Una soluzione consigliata specialmente per un’idea regalo, il Gancia si presenta in un’elegante confezione perfetta per fare un bel pacchetto. All’interno troverete una bottiglia da 1.5 litri di spumante realizzato con un misto di uve provenienti da vitigni pinot bianco, grigio e nero, utilizzando un metodo misto tra la vinificazione in bianco e il Metodo Charmat. Colpisce il colore giallo paglierino della bevanda che presenta piacevoli riflessi verdognoli, molto piacevole da vedere e da presentare in dei calici. Per quanto riguarda l’aroma, questo è sottolineato da frutta fresca e note di fiori d’acacia. Il sapore risulta molto gradevole e leggero al palato, con un retrogusto acidulo. Il Gancia è un ottimo spumante da aperitivo, ma potrete usarlo anche per accompagnare antipasti a base di pesce o verdure. Il prezzo conveniente è un ulteriore incentivo all’acquisto. 

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10. Franciacorta Pas Dosé DOCG Grande Cuvée Alma Non Dosato Bellavista 0,75 L

 

Situata nel celebre territorio della Franciacorta in provincia di Brescia, l’azienda Bellavista è da anni molto apprezzata per la realizzazione di spumanti di alta qualità. In questo caso ci troviamo davanti ad un prodotto abbastanza costoso che vi possiamo consigliare solo se avete un buon budget. Viene creato assemblando uva di vigneti Chardonnay con una piccola percentuale di pinot nero, utilizzando un processo di creazione nuovo che si adatta agli stili di produzione moderna. Il risultato è uno spumante che al palato risulta fresco, con un gusto sapido e piacevole in grado di soddisfare anche i più esigenti. Proprio questa sua consistenza permette di servirlo per accompagnare pasti a base di carne e pesce, ma anche per sorseggiare un bicchiere in totale relax. Se avete amici appassionati e volete fare un bel regalo, questo vi farà fare davvero un figurone. 

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Origine e uso 

 

Storia

Lo spumante è la bevanda delle celebrazioni con la quale brindare per un lieto evento o un’occasione speciale. Sebbene possa sembrare molto ‘moderno’, lo spumante risale addirittura ai tempi dell’Impero Romano, sebbene come potete immaginare, non era quello al quale siamo abituati. Gli storici ritengono che i romani fossero soliti bere il mosto, ovvero il liquido denso che si ottiene dopo la macinatura dell’uva, una sorta di bevanda ad effervescenza naturale. 

Per la realizzazione dello spumante però è necessario un contenitore come una bottiglia in vetro, quindi i primi esempi autentici si iniziano a vedere nel XVII in Francia. Nei monasteri si era soliti lavorare per la preparazione di vino, spumanti e in alcuni casi anche birra, quindi non sorprende che sia stato proprio un monaco, tale Dom Pierre Pérignon, a creare il primo ‘champagne’. Non solo Dom Pérignon ideò questa bevanda, infatti gli si attribuisce anche l’utilizzo dei tappi di sughero al posto di quelli di stoppa e cera fusa. Se il nome di questo monaco francese non vi suona nuovo è perché gli è stato dedicato un tipo di spumante chiamato proprio Dom Pérignon prodotto nella regione delle Ardenne. 

Per la produzione dello spumante alla Francia si aggiunse anche l’Italia nel 1865, per merito dei fratelli Gancia, ma deviando dalla ricetta francese. Lo spumante italiano infatti prevedeva l’eliminazione degli sciroppi a termine della lavorazione, riducendo decisamente i costi di produzione. La sfida tra il miglior produttore di spumante va ancora avanti tutt’ora tra Francia e Italia, dando agli appassionati tantissime bottiglie e tipologie da provare. 

Mix 

Lo spumante è una bevanda abbastanza ‘versatile’ che spesso si allontana dal suo ruolo di fine pasto. Non a caso alcune tipologie vanno bene anche per accompagnare i pasti, mentre altre… per realizzare ottimo cocktail! Uno dei più famosi è il Negroni Sbagliato preparato con Martini, Campari e Spumante, molto piacevole e rinfrescante. 

Per qualcosa di più esotico, potete provare il Millennium Cocktail, che prevede spumante, succo d’arancia, lampone e la vodka, inutile dire che si tratta di un mix abbastanza forte a livello alcolico. Preparare questi cocktail non è certo facile, infatti per poter ottenere buoni risultati occorrerà fare un po’ di pratica. Per qualcosa di più semplice potete mischiare spumante e succo d’arancia, un mix che si presta molto bene per aperitivi in compagnia. 

 

Conservazione 

La conservazione dello spumante può variare da tipologia a tipologia, infatti ci sono diversi metodi usati dalle varie aziende e cantine, alcuni dei quali abbastanza particolari. In generale però la conservazione a livello domestico è molto simile a quella del vino, quindi è consigliabile tenerlo fuori dal frigo e lasciarlo ad una temperatura non superiore né inferiore ai 15 gradi. 

Preferibilmente è meglio tenere la bottiglia di spumante in orizzontale, in modo che non ci siano infiltrazioni d’aria che potrebbero comprometterne il gusto. La soluzione ottimale prevede tenere lo spumante in un luogo buio, come una cantina. Alcuni spumanti possono essere tenuti in frigorifero per qualche ora prima di venire serviti, a seconda delle esigenze.

 

Valore nutrizionale 

Trattandosi di una bevanda alcolica, lo spumante presenta dei valori nutrizionali abbastanza elevati, specialmente per quanto riguarda le calorie. Negli spumanti dolci sono presenti ben 160 kcal per ogni 100 grammi, mentre in quello secco ne troviamo 152. A queste dovete aggiungere una decina di grammi di carboidrati e di zuccheri, quindi sebbene possa sembrare una bevanda ‘leggera’ in realtà non lo è affatto. Si ha sempre la tentazione di bere più di un bicchiere di spumante dopo aver concluso un pasto o una cena, però bisogna sempre ricordarsi che il nostro corpo può fare un po’ di fatica a smaltire quelle calorie in eccesso, specialmente se consumate dopo cena. 

Bere responsabilmente

La gradazione alcolica dello spumante può variare da tipologia a tipologia, quindi bisogna sempre dare un’occhiata all’etichetta dietro la bottiglia prima di acquistarlo o di consumarlo. Gli spumanti più leggeri arrivano ad un 6% di gradazione alcolica, ma questo però non vuol dire che si possa bere senza alcun pensiero. 

Due o tre bicchieri di spumante possono dare alla testa, quindi bisogna fare molta attenzione ed evitare di esagerare specialmente se dopo ci si deve mettere al volante. Tenete anche conto che lo spumante spesso arriva alla fine dei pasti, durante i quali presumibilmente si sarà bevuto anche del vino. Cercate di bere spumante sempre a stomaco pieno, in modo da poter assimilare l’alcool più velocemente. 

 

 

 

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Vino

Il miglior vino rosso

 

 

Conclusione

 

 

Le nostre selezioni dei migliori vini rossi 

 

Il vino rosso è una bevanda per la quale l’Italia ha molto di cui vantarsi, ma proprio per questo scegliere quello giusto per ogni occasione non è un’impresa facile. Se avete dei dubbi, allora questa nostra guida potrà aituarvi a comprare la bevanda adatta alle vostre esigenze e soprattutto al vostro palato. Qui di seguito troverete le recensioni dei migliori vini rossi del 2024 tra quelli venduti online che abbiamo accuratamente selezionato per il loro rapporto qualità-prezzo. 

 

 

1. Torlasco Barolo Docg

 

Tra i vini rossi più venduti il Torlasco Barolo si distingue per la sua elevata qualità unita ad un prezzo molto interessante. Creato con l’uva tipica del Nebbiolo piemontese, il Barolo si eleva un filo sopra la media degli altri vini grazie al suo tipico sapore vellutato che allo stesso tempo sa essere fermo e deciso con una lieve nota di frutti rossi, creando un perfetto equilibrio ideale per accompagnare primi piatti e soprattutto secondi a base di carni rosse. Una vera gioia anche per l’olfatto, in quanto l’aroma pieno e intenso ne permette una degustazione completa e soddisfacente. La gradazione di 14° può risultare abbastanza alta, ma bisogna contare che il Barolo è un vino da gustare lentamente, possibilmente durante un pranzo o una cena. La bottiglia si presenta con un buon tappo in sughero di qualità, molto facile da estrarre senza che si sgretoli. 

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2. Chianti Classico DOCG Castelgreve Castelli del Grevepesa

 

Probabilmente avrete bevuto almeno una volta nella vita un calice di Chianti, vino di provenienza toscana particolarmente apprezzato e conosciuto anche oltreoceano. Questa confezione da ben sei bottiglie da 75 cl. venduta a prezzi bassi è una delle offerte più convenienti dell’anno, una soluzione ideale per fare scorta di vino rosso oppure per organizzare un pranzo o una cena con molti invitati. Per quanto riguarda il vino, ci troviamo di fronte ad un buon Chianti dal gusto morbido con un lieve sottofondo di frutta e un retrogusto persistente, particolarmente adatto alle carni rosse, alla cacciagione e per accompagnare la degustazione di formaggi. L’aroma elegante creato dalla lunga macerazione e dall’uva dei vitigni Sangiovese e Merlot potrà soddisfare anche gli appassionati. La gradazione di 13% lo rende un vino ottimo per pranzi e cene, da bere senza ovviamente esagerare. 

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3. CeCi 6bt x 0,750 l – Emilia IGT Nero di Lambrusco Otello

 

Quando si pensa all’Emilia Romagna una delle prime cose che vengono in mente è il famoso Lambrusco, vino frizzante tipico della regione che rappresenta pienamente la vitalità dei suoi abitanti. Caratterizzato dal colore rosso rubino e dalle bollicine, il Lambrusco Otello colpisce per il suo profumo, un perfetto connubio tra fragola, ciliegia, amarena e uva fresca. Piacevole al palato, potrà esaltare perfettamente i piatti tipici dell’Emilia Romagna come i tortelli di zucca al burro fuso. In questa confezione troverete ben sei bottiglie, una soluzione da tenere in considerazione se amate questo vino e soprattutto se volete risparmiare il più possibile. Le bottiglie si presentano molto bene, quindi si prestano anche per diventare una buona idea regalo. La gradazione di 11% risulta abbastanza leggera rispetto a quella di altri vini, per questo spesso il Lambrusco può essere gustato anche da solo. 

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4. Librandi Vino Cirò Rosso Classico Doc 

 

Il Cirò è stato il primo vino calabrese ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC), quindi particolarmente famoso nella regione e conosciuto dagli appassionati. Prende il nome dalla zona di Cirò nella quale viene creato e si distingue per il suo aroma fruttato con un piacevole odore di spezie e sottobosco. Il colore rosso rubino con leggere tinte di amaranto rende il vino molto piacevole da vedere, soprattutto quando servito da un bel decanter. Per quanto riguarda il sapore ci troviamo davanti ad un vino corposo, particolarmente adatto all’abbinamento con taglieri di salumi e formaggi e con piatti a base di peperoncino, tipici della sua regione di provenienza. Questa confezione da sei bottiglie vi permette di fare una buona scorta senza spendere troppo. Se non sapete dove acquistare il prodotto, cliccate sul link del negozio qui di seguito. 

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5. Usiglian del Vescovo Toscana Rosso lgt Vendemmia 2016 

 

A livello di presentazione questo è probabilmente il miglior vino rosso dell’anno, una bellissima idea regalo per amanti della bevanda. Si presenta in un’elegante confezione in legno con intagli all’interno della quale è contenuta una bottiglia da 150 cl di ottimo vino toscano, un connubio davvero piacevole che potrà essere esposto nella cantina o in casa. Ma l’estetica non è l’unico punto di forza di questo vino, infatti potrà colpire l’olfatto con le sue note piacevolissime note fruttate risultando allo stesso tempo morbido al palato. Il gusto avvolgente con finale persistente potrà soddisfare anche i degustatori più esigenti, inoltre si sposa benissimo con carne, lasagne e ragù tipici della Toscana. I pareri degli utenti si sono rivelati molto positivi, sebbene togliendo la custodia forse si sarebbe potuto vendere ad un prezzo leggermente più conveniente.

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6. Barbera d’Asti DOCG 6 x 0,75 ml

 

Se non sapete quale vino rosso scegliere, allora potete puntare su questa confezione di ben sei bottiglie di Barbera d’Asti. Insieme al Barolo, il Barbera d’Asti porta avanti la tradizione piemontese della produzione di vini con uve di vitigni indigeni della regione. Facilmente distinguibile per il suo colore rosso rubino, si rivela molto piacevole da gustare grazie ad un sapore asciutto e morbido che potrà soddisfare anche i palati più sensibili. Proprio questa sua leggerezza lo rende adatto anche ad alcune tipologie di pesce, oltre che ovviamente a carni rosse e bianche. Il profumo si distingue per la sua intensità, con una nota di fiori appassiti che lo rende ideale per cene o pranzi all’aperto. Anche la gradazione non eccessivamente alta ne consente una degustazione al calice. 

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7. Amarone della Valpolicella Classico DOCG – Santa Sofia 

 

Se messo in comparazione con altri vini rossi sul mercato venduti in confezioni da più bottiglie, l’Amarone della Valpolicella non è proprio quello più economico. Una sola bottiglia da 750 ml venduta a un prezzo alto lo rende consigliabile solo se avete un buon budget e siete dei veri amatori della bevanda oppure volete fare un bel regalo. Prodotto nella zona della Valpolicella dal quale prende il nome, questo vino veneto si distingue per il suo profumo accentuato che restituisce un aroma piacevole di frutta matura e confettura di amarena. Il sapore pieno e caldo avvolge il palato, rendendo la degustazione piacevole e profonda. Il vino si presenta con una gradazione molto potente che arriva a ben 15° e si adatta molto bene per accompagnare formaggi stagionati e secondi di carne rossa. 

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8. Antonello Cassarà Solcanto Alacamo DOP Nero D’Avola

 

Prodotto in Sicilia, il Nero D’Avola è uno dei vini rossi più apprezzati per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo, spesso infatti protagonista al centro tavola durante pranzi e cene tra amici o parenti. La cantina siciliana di Antonello Cassarà propone un’edizione d’autore in una confezione da ben sei bottiglie acquistabili ad un prezzo molto interessante. In comparazione con altri vini rossi, questo si distingue per il suo odore con note di ciliegia e per il sapore rotondo in grado di avvolgere il palato per poi lasciare un ottimo retrogusto persistente. Si tratta di un vino abbastanza forte con un 13% di gradazione alcolica, quindi consigliato per accompagnare piatti sostanziosi come risotti e pasta con sugo di carne. Si abbina molto bene anche formaggi stagionati ed è un’ottima scelta anche per secondi di carne di qualsiasi tipo. 

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9. Feudi Primitivo di Manduria Doc 3 Bottiglie da 750 ml 

 

I vini rossi pugliesi sono conosciuti per la loro corposità e per la gradazione alcolica molto alta, due caratteristiche che potrete apprezzare se amate i sapori forti. Il primitivo di Manduria prodotto nella provincia di Taranto è un vino DOC dal colore intenso così come il gusto, particolarmente deciso ma allo stesso tempo armonico. Le note di frutti rossi e neri così come quelle di fico secco e liquirizia lo rendono davvero piacevole, al punto da poterlo sorseggiare in tranquillità anche senza abbinarlo ad alcun pasto. Dovete solo considerare la gradazione alcolica del 14,5% e quindi cercare di non andare oltre il singolo calice. Nel caso invece lo vogliate servire a pranzo o a cena, il Primitivo di Manduria può accompagnare perfettamente i piatti tipici pugliesi come le tipiche orecchiette alle cime di rapa, ma anche con pietanze di altre regioni come le lasagne bolognesi. 

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10. Cannonau di Sardegna DOC Argiolas Costera 6 bottiglie da 75 Cl 

 

Il Cannonau di Sardegna è il tipico vino dell’isola, particolarmente apprezzato per il suo gusto deciso e avvolgente. La gradazione alcolica del 14% del Cannonau è un altro dei suoi lati distintivi, infatti va gustato con lentezza, in quanto può subito andare alla testa. Nello specifico, il Cannonau prodotto dalla cantina Argiolas Costera non è facile da trovare fuori dalla Sardegna, per questo il prezzo della confezione è abbastanza alto, consigliato solo se amate particolarmente questo vino o se volete fare un regalo. Il colore rosso rubino con sfumature granata distintivo del Cannonau anticipa un odore tipicamente vinoso che fa strada ad un gusto rotondo ed equilibrato. Come si può facilmente immaginare, il Cannonau si abbina perfettamente a tutti i prodotti tipici della cucina sarda come il maialetto arrosto e il pecorino. 

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Origine e uso 

 

Storia

Il vino è tra le bevande alcoliche più antiche della storia dell’umanità, infatti studi recenti attribuiscono i suoi primi degustatori addirittura al neolitico. Chiaramente gli amanti del vino dell’epoca non usavano le stesse tecniche odierne, si può infatti ipotizzare che abbiano scoperto la bevanda tramite la fermentazione naturale dell’uva nei contenitori dove veniva riposta dopo la raccolta. 

È risaputo che il vino ha avuto una certa importanza per le civiltà antiche, specialmente quelle mediterranee, basta pensare a Dioniso, divinità greca legata strettamente alla natura e alla linfa vitale delle piante spesso celebrato con vere e proprie feste dove si soleva bere vino rosso. La divinità è in seguito stata ereditata dai romani con il nome Bacco, trasformato però nel vero e proprio dio della vendemmia e raffigurato spesso con una coppa di vino in mano. Non a caso durante l’Impero Romano il vino era una bevanda molto famosa e consumata, sebbene il vino dell’epoca fosse ben diverso da quello che conosciamo. 

Le tecniche all’epoca infatti erano abbastanza diverse e tendevano a produrre una sostanza molto dolce e soprattutto molto alcolica. In realtà molto prima dei greci e dei romani, furono gli egizi a coltivare la vite e a produrre la bevanda su scala più ampia. La creazione del vino a livello contemporaneo la si deve a dei monaci irlandesi che, dopo il crollo dell’Impero Romano, diedero nuova linfa vitale alla coltivazione e alla vinificazione. 

Nel Medioevo infatti si vede un notevole sviluppo delle tecniche di produzione, fino a una nuova svolta nel XVIII secolo con l’introduzione di bottiglie di vetro e tappi di sughero. 

Mix 

Sebbene il vino sia più famoso per i suoi abbinamenti a livello gastronomico, nel corso degli anni sono stati creati diversi mix che sono diventati famosissimi in tutto il mondo. Il primo che viene in mente è la Sangria spagnola, un particolare misto tra vino rosso e piccoli pezzetti di frutta assortita come banana, mela, arancia e in alcuni casi fragole o frutti di bosco. 

Particolarmente amata dai giovani, la Sangria richiede una lunga preparazione per permettere agli ingredienti di amalgamarsi per bene. Sempre dalla Spagna arriva il Tinto di Verano, bevanda consumata soprattutto nella regione dell’Andalusia dove il caldo è alquanto prepotente. Si ottiene mischiando del vino rosso delicato con la gassosa al gusto di limone come la 7up, quindi risulta molto fresco e saporito. 

Il vino sembra mischiarsi molto bene anche con il succo d’arancia, infatti il cocktail al vino viene preparato proprio con queste due bevande, particolarmente adatto per un aperitivo invernale. 

 

Conservazione 

Come molte bevande alcoliche il vino rosso va conservato seguendo regole ben precise che possono però variare in base alla tipologia. In generale il vino rosso viene conservato in un luogo ben areato, a temperature che vanno dal 10° ai 15° e con un’umidità dell’80%. Le botti di vino vengono tenute in una cantina sotterranea, quelle più antiche sono spesso scavate nella roccia e sono le più indicate per poter ottenere una conservazione ottimale. Una volta imbottigliato il vino rosso va tenuto in orizzontale, perché altrimenti il tappo di sughero potrebbe seccarsi e di conseguenza far infiltrare l’aria che potrebbe ossidare la bevanda. 

 

Valore nutrizionale 

Come ogni bevanda alcolico il vino ha valori nutrizionali abbastanza alti, specialmente per quanto riguarda le calorie. Queste provengono dall’alcol presente nella bevanda, quindi più alto sarà il valore alcolico e più saranno le calorie. Nella maggior parte dei casi si arriva al 90% di calorie, mentre alcune bottiglie arrivano anche al 99%. Gli zuccheri presenti nel vino durante la fermentazione spariscono completamente, mentre i grassi sono completamente assenti. 

Nonostante questo il vino è comunque una bevanda che può far ingrassare molto facilmente, specialmente se viene consumata con una certa frequenza. L’ideale è bere non più di un calice a settimana per accompagnare un pasto, oppure per degustare in tranquillità un buon vino rosso e rilassarsi. 

Bere responsabilmente

È risaputo che il vino rosso può far raggiungere molto in fretta lo stato di ebbrezza, specialmente se si beve in grandi quantità. L’ideale è consumare il vino a stomaco pieno e di non eccedere oltre il singolo calice, specialmente quando ci si deve mettere al volante. Tenete conto che ogni vino ha la sua gradazione, quelli più forti possono raggiungere il 15% mentre quelli più deboli arrivano al 10% o 11%. Attenzione però, perché alcuni vini con un’alta gradazione alcolica e dal gusto dolce come il Cannonau possono illudere, dando alla testa dopo un paio di calici senza che ve ne rendiate conto.