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Veuve Clicquot Yellow Label Brut – Recensione

 

Principale vantaggio

Lo Yellow Label Brut è uno champagne che dà il meglio di sé quando accoppiato a cibi specifici. Il nostro consiglio è quello di acquistarlo in occasione di un percorso di degustazione di formaggi, con cui ha una sinergia impeccabile. Ottimo anche come accompagnamento per antipasti, pesce e piatti delicati.

 

Principale svantaggio

Non ha un sapore deciso e forte, si rivela dunque molto più amabile e vellutato, per questo motivo potrebbe non convincere tutti i consumatori che intendono utilizzarlo semplicemente per brindare durante un importante evento. Il costo è infine una barriera per alcuni che potrebbero preferirgli champagne più economici.

 

Verdetto: 9.3/10

Il Brut Veuve Clicquot ha una lunga tradizione, come testimonia la storia della Maison che inizia nel lontano 1772. Il Millesimato prodotto oggi ha ancora le caratteristiche di quello voluto da Madame Clicquot quindi ha un valore soprattutto agli occhi dei consumatori che amano la tradizione.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Primo millesimato

La regione di Champagne è il cuore pulsante della produzione dei vini omonimi, consumati in tutto il mondo come prodotto di classe. La competizione tra le maison è agguerrita e ognuna di esse può far risalire la propria storia a secoli addietro e tra queste troviamo anche Veuve Clicquot.

La Maison Clicquot fu fondata nel 1772 dal capostipite della famiglia, Philippe, poiché possidente terriero con a disposizione una notevole quantità di vigneti. È all’inizio del 1800 però, con la rilevazione dell’attività da parte di Madame Clicquot che si inizia a produrre il primo millesimato vintage nella regione Champagne, una mossa coraggiosa che darà vita ad annate pregiate e di qualità superiore rispetto alla concorrenza. 

La Maison è prosperata nei secoli con avvenimenti recenti che hanno riportato l’interesse dei consumatori su questa casa vinicola, nel 2010 è stato infatti scoperto un relitto nel mar Baltico che aveva a bordo decine di bottiglie Veuve Clicquot, sopravvissute in fondo al mare per duecento anni con il loro contenuto intatto e perfettamente conservato.

Veuve Clicquot possiede oggigiorno vigneti molto importanti nella regione Champagne, parliamo infatti di 390 ettari attraverso 12 Gran Cru e ben 20 nei Premier Cru, notevole anche la loro attenzione allo sviluppo sostenibile con certificazioni apposite ottenute nel corso degli anni che testimoniano l’impegno verso una viticoltura che non abbia un impatto negativo sull’ambiente. Se la storia del brand ha catturato la vostra attenzione potreste prendere in considerazione l’acquisto dello champagne Yellow Label Brut, che abbiamo qui di seguito analizzato.

Caratteristiche e composizione

Il simbolo dell’azienda, composto da 50 diversi Cru, proviene dalla vendemmia del 2015 ed è composto da uve al 50% Pinot noir, 35% Chardonnay e 15% Pinot meunier. Le percentuali naturalmente variano di anno in anno in base al raccolto ma per garantire un senso di continuità e offrire lo stile tipico del brand, la Maison attinge con percentuali variabili dai vini di riserva. Per questo motivo non è possibile incappare in uno Yellow Label Brut che si discosti dal sapore originale.

Si presenta con un colore giallo dorato e sottili bollicine, al naso rilascia invece odori fruttati di pesca, prugna e pera, che si uniscono a note più dolci di vaniglia e brioche tostate. Corposo e fresco, sul palato ha una consistenza vellutata e può essere abbinato con una vasta gamma di pietanze. Consigliato l’accoppiamento con frutti di mare, pesce tra cui salmone e pasta, sposandosi molto bene anche con formaggi per un percorso di degustazione. 

Tra quelli preferiti dalla stessa Maison abbiamo il Gouda olandese, il Tomme de Montagne o il Comté. Se avete intenzione dunque di organizzare una serata raffinata tra amici, da dedicare a un percorso di assaggi sapientemente combinati, potrete puntare su questo champagne imbattibile negli abbinamenti culinari.

 

Costo

La qualità ha un prezzo e conseguentemente il Brut di Veuve Clicquot non è uno champagne economico rispetto a ciò che potete trovare sul mercato. Se ne consiglia l’acquisto a veri intenditori, appassionati, utenti che vogliono fare un regalo o desiderano stapparla per occasioni davvero importanti. Cliccando sui link presenti nella pagina verrete riportati al sito del venditore e potrete dunque valutare al meglio l’acquisto, effettuando la transazione in modo rapido e sicuro direttamente online.

Una delle caratteristiche che non ha convinto a pieno, di cui bisogna tener conto, è la sua natura molto semplice e poco strutturata, le note aromatiche infatti sono classiche e poco incisive, tanto da spingere alcuni consumatori a considerarlo eccessivamente blando. Lungi dall’essere uno champagne dal carattere deciso, Yellow Label Brut è l’emblema del gusto acquisito e necessita quindi di un’esposizione notevole alla tipologia di vino per essere apprezzato a pieno.

 

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Taittinger Brut – Recensione

 

Principale vantaggio

Il Brut di Taittinger è uno champagne atipico poiché presenta una gran quantità di Chardonnay pur non essendo un prodotto invecchiato. La sua completa maturazione avviene dopo 3/4 anni dalla vendemmia e può dunque essere considerato uno champagne giovane ma al tempo stesso aromatico e corposo, perfetto per far fronte a qualsiasi occasione speciale.

 

Principale svantaggio

La composizione, come accennato precedentemente e nella nostra recensione, è 40% Chardonnay, 35% Pinot Noir e 25% Pinot Meunier, pur trattandosi di uno champagne giovane. Il risultato è un sapore differente, che potrebbe cogliere alla sprovvista i palati più raffinati, non sempre con risultati entusiasmanti.

 

Verdetto: 9.7/10

Il rapporto qualità/prezzo è eccellente e difficilmente riuscirete a trovare uno champagne più equilibrato, che possa rivelarsi piacevole per appassionati e non. Si tratta inoltre di una perfetta idea regalo grazie alla confezione che protegge la bottiglia. Un’opzione che non tutti i produttori offrono e che stabilisce una chiara e netta divisione tra champagne di fascia alta e quelli di fascia bassa.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Mercanti di vino

Lo champagne è una delle bevande più amate in tutto il mondo, grazie al suo sapore leggermente frizzante e aromatico, gradevole anche a chi non è un grande amante di vini. Scegliere una bottiglia, però, può talvolta essere un vero problema, soprattutto per chi non se ne intende. 

Tra i produttori francesi troviamo la Maison Taittinger, ufficialmente nata nel 1932 tramite l’acquisizione dell’azienda Forest Fourneaux, che fu fondata invece nel 1734, acquisendone di fatto tutte le tecniche di vinificazione messe in atto nei secoli di contatti con i monaci dell’ordine benedettino.

L’azienda si trova a Reims, nel cuore della regione francese di Champagne e non si tratta di una famiglia completamente estranea alla bevanda dal momento che fin dal diciannovesimo secolo era impegnata nel commercio di vino. Le vigne di cui si servono per la creazione dello champagne sono a maggioranza Chardonnay e Pinot Noir ma non manca anche il Pinot Meunier, soprattutto per la realizzazione del Brut che abbiamo analizzato nella nostra recensione.

Classico e aromatico

C’è chi lo considera il miglior champagne sul mercato, elegante, fresco e maturo, pensato appositamente per essere consumato durante momenti speciali, il Brut Taittinger presenta un 40% di uve Chardonnay, 35% di Pinot Noir e 25% di Pinot Meunier, raccolte da 35 diversi vigneti. Il risultato è un prodotto classico che raggiunge il suo pieno potenziale aromatico dopo 3/4 anni di maturazione nelle cantine della maison. In particolare, la bottiglia che potete acquistare cliccando su uno dei link all’interno della pagina proviene dalla vendemmia del 2015.

Taittinger spiega come non sia comune la presenza di una così alta quantità di Chardonnay per un prodotto non invecchiato, ma è anche il motivo principale per cui riesce a ottenere un bilanciamento aromatico perfetto, quasi unico nel suo genere.

Visivamente si presenta con un colore giallo brillante, bollicine sottili e una schiuma leggera e discreta. Al naso le note sono aperte ed espressive con toni di pesca, fiori bianchi e vaniglia, all’assaggio convince grazie a un sapore fresco e vivace.

 

Abbinamenti

Se da un lato è un ottimo vino da consumare come aperitivo o per un semplice brindisi, dall’altro è anche notevolmente versatile poiché può accompagnare bene tartine, secondi di pesce al forno, verdure o anche crostacei. Se avete intenzione di acquistarlo come idea regalo, si rivela una buona opzione poiché la bottiglia è venduta all’interno di una elegante scatola in cartone. 

Per quanto concerne invece la conservazione, è consigliato estrarlo dalla scatola e posizionare la bottiglia in orizzontale, permettendo così al tappo in sughero di restare umido ed evitare che lasci entrare aria nella bottiglia. Molto importante è anche il luogo di riposo della bottiglia, che deve avere una temperatura specifica di circa 10° C e un’umidità che non sia inferiore al 50%, tutte caratteristiche che ricordiamo sono essenziali per garantire una conservazione ottimale.

Assolutamente da evitare è l’esposizione alla luce solare e, per quanto siate tentati dall’esporre in bella vista la bottiglia, magari in un mobile con vetro trasparente che permetta a tutti gli ospiti di vedere la vostra collezione, è una pratica che sconsigliamo a meno che non si tratti di una bottiglia vuota.

Il rapporto qualità/prezzo dello champagne Taittinger è soddisfacente e se volete una bottiglia che si addica a qualsiasi situazione, sia quelle più formali sia quelle informali, allora potrebbe fare esattamente al caso vostro.

 

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Pommery – Recensione

 

Principale vantaggio

Pommery ha una lunga storia alle spalle e si può fregiare del titolo di primo Brut grazie alla brillante intuizione di Madame Alexandre Louise Pommery che decise di realizzare un vino differente da quelli prodotti nella sua epoca, dando vita a uno champagne che diverrà estremamente popolare.

 

Principale svantaggio

Non tutti i consumatori sono appassionati di champagne Brut, pertanto chi apprezza la variante più dolce della bevanda potrebbe restare deluso dal sapore del Pommery. Ciononostante si rivela comunque un’ottima scelta per tutti gli acquirenti che devono invece fare un regalo e non hanno intenzione di consumare in prima persona questo prodotto.

 

Verdetto: 9.2/10

Sebbene il costo sia contenuto, non si tratta assolutamente di uno champagne dozzinale o scadente. Il Brut Royal Pommery viene da una lunghissima tradizione e, se da un lato l’azienda ha poi diversificato la propria produzione creando anche altri champagne, la variante che abbiamo qui analizzato resta sempre il vero cuore pulsante della casa vinicola.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Il primo Brut

Lo champagne è un vino tipicamente francese, realizzato nella regione omonima e che nel tempo ha acquisito lo status di bevanda altolocata, da stappare nelle grandi occasioni e per celebrare eventi importanti. Le bottiglie hanno spesso un costo elevato, soprattutto se si punta a vini millesimati, tuttavia ciò non vuol dire che a chi non ha centinaia, se non migliaia di euro da investire la bevanda debba essere preclusa. 

Sono infatti disponibili sul mercato anche champagne dal costo contenuto come quello Pommery, azienda che vide la sua fondazione a opera di Madame Alexandre Louise Pommery nel 1868, con l’intento di creare un vino differente da quanto proposto all’epoca. Fu proprio da questa sua idea che nacque il Pommery Nature nel 1874, il primo champagne di tipo Brut a riscontrare un gran successo di vendite, superando la concezione tradizionale dei vini dolci.

Oggi tale tradizione continua con il Brut Royal, un vino che unisce uve provenienti da 40 coltivazioni diverse come Cote des Blancs, Montagne de Reims e le altre zone della regione Champagne.

Caratteristiche

Analizzando le caratteristiche del vino troviamo un colorito giallo paglierino con leggeri riflessi tendenti al verde, al naso rilascia note allegre, fresche e leggere che ricordano gli agrumi e i fiori bianchi mentre al palato mantiene la classica eleganza degli champagne. Si possono percepire aromi di frutti rossi durante la degustazione, con la bevanda che indugia piacevolmente senza cedere alle note zuccherine, chiudendo delicatamente sul finale.

Gli utenti che hanno avuto modo di assaggiarlo se ne dicono soddisfatti e, sebbene si tratti di uno champagne di livello intermedio, riesce ancora a far parlare di sé grazie al nome importante che porta.

Chi apprezza la realizzazione di cocktail con champagne potrà sfruttare il Brut Royal per le proprie gustose preparazioni. Potrete per esempio realizzare degli ottimi Mimosa, molto semplici da realizzare e che prevedono eguali quantità di champagne Brut e succo d’arancia. La nascita di questo mix, per chi è appassionato di storia dei cocktail, risale al 1925, quando fu realizzato per la prima volta all’hotel Ritz.

 

Idea regalo

Se pensate che come regalo il Pommery non sia all’altezza delle aspettative, avrete modo di ricredervi. Non solo è incluso un astuccio elegante nel prezzo ma il nome del brand è ben conosciuto dagli appassionati di tutto il mondo, pertanto porgere in dono una bottiglia del classico Brut Royal dell’azienda è un modo ideale per consolidare amicizie e permettere ad altri di godere di questa tipologia di champagne che abbandona le note zuccherine per offrire un sapore più maturo e adulto.

Qualora vogliate semplicemente avere una bottiglia di champagne in casa, da consumare all’occorrenza, è possibile conservarla senza perderne le caratteristiche univoche a patto di prendere alcuni semplici accorgimenti. Innanzitutto assicuratevi di posizionare la bottiglia in orizzontale, così facendo infatti il liquido bagnerà il tappo in sughero, evitando che con il tempo si secchi e lasci entrare ossigeno. 

Evitate poi luoghi troppo caldi, l’ideale sarebbe una cantina dove la temperatura sia intorno ai 12° C e vi sia un buon grado di umidità, superiore al 50%. Non è necessario possedere una vera e propria cantina, sebbene preferibile, potrete infatti posizionare la bottiglia anche in garage, per esempio, oppure in cantinette elettriche molto eleganti che ultimamente stanno spopolando tra gli appassionati di vino poiché permettono di avere un oggetto di design in casa e al tempo stesso esporre le proprie bottiglie.

 

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Mumm Brut Cordon Rouge – Recensione

 

Principale vantaggio

Il Brut Cordon Rouge di Mumm ha una lunga storia alle spalle, che si può far risalire fino all’inizio del diciannovesimo secolo quando venne ideato da George Hermann Mumm. È uno champagne non estremamente complesso, realizzato con Pinot Noir e Chardonnay ma ha un forte carattere che lo distingue dalla concorrenza.

 

Principale svantaggio

La tipologia di champagne Brut è tendenzialmente meno dolce, per questo motivo gli appassionati di Dry o Demi-Sec potrebbero trovare il prodotto Mumm poco adatto alle proprie esigenze. Non si tratta di un vero e proprio difetto ma bisogna conoscere le denominazioni e le tipologie per evitare un acquisto errato, soprattutto se avete intenzione di fare un regalo ad appassionati di champagne.

 

Verdetto: 9.5/10

L’ottima presentazione data dal Cordon Rouge, sia sulla confezione sia sulla bottiglia, è un fattore da prendere in considerazione quando si acquista il prodotto Mumm. Sia che lo utilizziate per dissetare i vostri ospiti, sia che lo porgiate in dono, riuscirà sempre a stupire per le sue proprietà eccezionali ed elevata capacità di abbinamento.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Una lunga storia

Mumm è una maison fondata a Reims, nel cuore della Champagne nel 1827, tuttavia seguendo a ritroso la storia della famiglia è possibile far risalire la loro esperienza vinicola al diciottesimo secolo, grazie ai numerosi vigneti nella valle del Reno di cui disponevano.

I vigneti Mumm si estendono su 218 ettari, da Montagne de Reims dove la coltivazione principale è rappresentata dal Pinot Noir, fino a Cote des Blancs e Vallée de la Marne con Chardonnay e Pinot Meunier, le altre uve essenziali per la creazione di uno champagne degno di questo nome.

Tra Grand Crus e Premiere Crus, quindi, Mumm garantisce una produzione di qualità culminata proprio nella realizzazione del famoso Cordon Rouge, che vide la sua prima apparizione nel 1875 ed è ancora oggi prodotto con gran successo e apprezzamento da parte degli utenti. Il Brut Cordon Rouge che analizziamo in questa pagina è infatti uno tra gli champagne più venduti online.

La storia del nastro rosso

Il Cordon Rouge fu ideato da Georges Hermann Mumm, facendo riferimento al nastro rosso francese, massima onorificenza conferita dalla Legione d’onore agli ufficiali più meritevoli. Proprio come l’Ordre Royal et Militaire de Saint Louis adornava i suoi soldati con questo nastro di seta rosso, anche Georges Hermann Mumm decorava le bottiglie di champagne, permettendo all’azienda familiare di assurgere velocemente al rango di champagne iconico e di classe.

Per la creazione di questo champagne sono selezionati ancora oggi uve provenienti da 100 cuvée diverse e dopo la vinificazione il risultato riposa nelle cantine della Maison per circa 20 mesi, portando così a galla tutte le note aromatiche uniche dello champagne. Composto a maggioranza di Pinot Noir con una percentuale inferiore di uve Chardonnay, visivamente si presenta con un colore giallo molto vivace e una gran quantità di bollicine, che ne denotano immediatamente la spiccata vivacità. 

Al naso sono chiaramente percepibili aromi di frutta fresca, a pasta bianca e gialla, nonché toni esotici di ananas e litchi. All’assaggio rivela tutta la sua complessità, in un perfetto equilibrio tra note fruttate e caramello, che persistono sul finale lungo ma non tagliente.

 

Abbinamenti

Lo champagne Mumm è spesso scelto anche dai grandi chef per le proprie preparazioni culinarie e ciò evidenzia la sua versatilità e possibilità di utilizzo anche per accompagnare piatti specifici. Seguendo le combinazioni standard troviamo carni bianche e pesce, tra cui la rana pescatrice e la triglia, tuttavia non è detto che ci si debba fermare lì. 

Riesce infatti a convincere anche in combinazione con il foie gras, pertanto potrete creare degli antipasti ad hoc con cui inebriare i vostri ospiti, servendo loro il Brut Mumm Cordon Rouge. Infine, si presta per la realizzazione di cocktail come il classico Bellini, ma anche preparazioni creative e fantasiose.

Come idea regalo si presta ottimamente grazie alla confezione elegante, completamente nera e con il nastro rosso che l’attraversa per richiamare immediatamente al simbolo dello champagne Mumm, perfetta quindi come dono per occasioni speciali.

Per quanto concerne la conservazione, consigliamo di estrarre la bottiglia dalla confezione e posizionarla in orizzontale, facendo in modo che il liquido tocchi il tappo in sughero, per evitare che questo si secchi e lasci entrare aria che a lungo andare rovinerebbe il prodotto. Tale procedura, sottolineiamo, non è mai sicura al 100% e potrebbe portare anche al temuto “sapore di tappo”. Se non siete esperti e non avete una cantinetta adeguata per la conservazione, è sempre preferibile il consumo della bottiglia entro pochi mesi dall’acquisto.

 

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Laurent Perrier Brut – Recensione

 

Principale vantaggio

Il Brut di Laurent Perrier si presenta in una confezione decisamente elegante. La bottiglia ha un’etichetta non troppo invasiva e con tutte le informazioni necessarie all’identificazione della bevanda e delle uve selezionate, mentre la scatola che la protegge è di qualità e presenta un design minimalista e moderno.

 

Principale svantaggio

Non è uno champagne adatto alla mixologia o al consumo in accoppiata con cibi poiché molto etereo e delicato. Volendo, può essere abbinato esclusivamente ad antipasti di pesce o crostacei, che non vanno a intaccarne il sapore tuttavia consigliamo il suo utilizzo come aperitivo fresco e dissetante.

 

Verdetto: 9.6/10

Se siete alla ricerca di una bottiglia da regalare, quella Laurent Perrier è una delle migliori sul mercato. Non ha un costo eccessivo, accessibile dunque a tutti i consumatori anche i neofiti che non hanno grande competenza in materia, ma rientra comunque tra gli champagne di qualità medio-alta ed è venduto in una confezione che impreziosisce l’offerta.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Maison Perrier

La casa vinicola Laurent Perrier è stata fondata nel 1812 da André Michel Pierlot ma fu solo nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale che la compagnia vide un periodo di notevole espansione aumentando la fornitura annuale a oltre 80.000 bottiglie di vino. Al giorno d’oggi il brand è esportato in 160 Paesi in tutto il mondo, consolidandosi come una delle realtà della regione di Champagne, con vigneti a Bouzy, Tours-sur-Marne e Ambonnay.

La nostra recensione prende in considerazione uno dei prodotti che potremmo definire “premium” della maison, ovvero lo champagne Brut La Cuvée, un vino raffinato e fresco ottenuto dopo un lungo processo di invecchiamento nelle cantine Laurent Perrier.

Il rapporto delle uve selezionato è a maggioranza Chardonnay, con oltre il 50%, seguito da Pinot Noir al 30% circa e completato con Meunier tra il 10 e il 20% e vini di riserva a percentuale variabile per mantenere lo stile classico, immediatamente riconoscibile dagli appassionati del brand. Le uve provengono generalmente da oltre 100 cru selezionati appositamente, tuttavia questo numero può variare in base alle annate.

Elegante e raffinato

Lo champagne si presenta con un colore giallo paglierino, bollicine sottili ne costituiscono il corpo e al naso rilascia delicati profumi di agrumi e fiori bianchi. La sua complessità si esprime al meglio nelle note successive che scivolano sul fruttato e si mantengono fino alla completa degustazione.

Si tratta di un vino che dà il meglio di sé come aperitivo, può accompagnare piatti molto leggeri come pesce e pollame ma preferisce essere bevuto da solo data la sua estrema delicatezza che potrebbe essere compromessa dai cibi.

La bottiglia è perfetta anche come idea regalo poiché non ha solo un’etichetta elegante, che richiama immediatamente all’antichità della maison, ma anche una confezione esterna curata e che incrementa notevolmente il pregio del prodotto. Si rivela adeguata dunque qualora vogliate porgerla in dono ad amici, parenti o anche semplici conoscenti per festeggiare un evento importante. Ricordate inoltre che la temperatura ideale per il servizio è di 8° centigradi; se superiore o eccessivamente inferiore potrebbe influire sulla percezione delle note aromatiche.

 

Conservazione

Quando parliamo di champagne è bene ricordare che si tratta di uno dei vini più longevi al mondo e non vi sono dunque limiti alla conservazione di una bottiglia fintanto che si adoperano le tecniche corrette. Se avete intenzione di mettere da parte per momenti migliori il Brut Laurent Perrier il nostro consiglio è quello di estrarre la bottiglia dalla confezione in cartone e posizionarla in orizzontale in un luogo fresco, dove la temperatura ambiente non superi i 10° centigradi e soprattutto sufficientemente umido. 

La bottiglia, restando distesa, permetterà al liquido di entrare in contatto con il tappo in sughero, in questo modo si manterrà sempre umido e di conseguenza non rimpicciolirà. Quando il tappo si secca, infatti, fa passare aria dall’esterno che, a contatto con lo champagne ne velocizza il deterioramento.

Quando si parla di champagne il tasso di umidità dovrebbe essere del 60% e non inferiore al 50%, naturalmente non tutti hanno una cantina a disposizione dove poter conservare la bottiglia, pertanto potrete anche decidere di optare per una cantinetta elettrica con sportello in vetro, che si rivela anche un ottimo complemento d’arredo.

Secondo utenti che hanno aperto la bottiglia a distanza di anni dall’acquisto, il sapore è divenuto più intenso e piacevole grazie all’ulteriore maturazione dello champagne che risulta gradita soprattutto ai consumatori che hanno una conoscenza profonda della bevanda.

 

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Dom Pérignon Vintage Millesimato – Recensione

 

Principale vantaggio

Quando si acquista Dom Pérignon si sceglie innanzitutto un metodo di vendemmia specifico, che prevede l’utilizzo di uve di una sola annata, seguendo il modello creato dal monaco benedettino Pierre Pérignon. La qualità, quindi, è la prima preoccupazione dei produttori.

 

Principale svantaggio

Non ha un costo contenuto e le bottiglie, essendo in quantità limitate, continuano ad aumentare di prezzo nel tempo. Dovrebbero prendere in considerazione questo champagne solo gli utenti appassionati che conoscono bene la storia e l’importanza del brand.

 

Verdetto: 9.6/10

Il Dom Pérignon è uno champagne per veri intenditori, se volete puntare all’esclusività e desiderate aggiungere alla vostra collezione un prodotto impeccabile sotto tutti i punti di vista, allora non potete rinunciare alla bottiglia millesimata proveniente dalla vendemmia del 2009.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Pierre Pérignon

Quando si parla di champagne, il primo nome che viene in mente è Dom Pérignon, tale è l’impatto che questo brand ha avuto nell’immaginario collettivo. Ma chi si nasconde dietro questo nome e perché è così famoso? Per scoprirlo bisogna fare un passo indietro nella storia di 300 anni, precisamente verso la fine del ‘600, periodo in cui era attivo il monaco benedettino Pierre Pérignon. 

Nel 1668, quando aveva 30 anni, il monaco venne trasferito nell’abbazia di Saint Pierre d’Hautvillers dove restò per tutta la vita fino al 1715, anno della sua morte. In questo lungo periodo Pérignon si occupò di svariati compiti tra cui anche l’organizzazione e la gestione della terra, delle coltivazioni e dei liquori prodotti come da consuetudine dai monaci.

A questa figura, secondo una delle varie leggende, è attribuita la vera e propria invenzione dello champagne, nonché l’uso dei tappi di sughero per sigillare le bottiglie e permettere così che la bevanda si conservi al meglio.

Il brand Dom Pérignon, oggi detenuto dalla Moet & Chandon, realizzò la prima vendemmia in tempi recenti, si parla del 1921 con commercializzazione delle prime bottiglie nel 1936. Tuttavia la differenza rispetto ad altri brand non è solo nel nome prestigioso ma anche nella scelta delle uve, che provengono unicamente dagli anni di vendemmia migliori e non vengono mescolate a quelle di altre annate.

Vintage

Quando si legge la sigla Dom Pérignon, si può essere sicuri che si tratti di un vino millesimato e la ricerca della qualità è tale che non vengono realizzate bottiglie se la vendemmia non è all’altezza delle aspettative, ogni prodotto è dunque estremamente prezioso e curato nei minimi dettagli. 

In media si parla di una produzione di cinque milioni di bottiglie per ogni annata, dopo la raccolta delle uve però il processo non termina qui poiché il prodotto viene invecchiato e devono trascorrere otto anni prima che questo possa raggiungere i consumatori. Le bottiglie in vendita, che potete acquistare tramite i link nella nostra pagina, risalgono alla vendemmia del 2009 e sono accompagnate da un astuccio elegante che gli appassionati e i collezionisti vorranno sicuramente conservare come ricordo. 

Tale dettaglio aggiuntivo accresce esponenzialmente il valore della bottiglia qualora vogliate fare un regalo gradito ad amici e parenti, d’altronde con un millesimato Dom Pérignon il successo è assicurato.

 

Composizione

Per la realizzazione dello champagne si rispettano gli equilibri stabiliti da Pierre Pérignon, che aveva già evidenziato nelle Chardonnay e Pinot Noir le uve migliori per la produzione di questa bevanda. Le quantità prevedono 55% delle prime e 45% delle seconde, attentamente rispettate in ogni annata. Quella del 2009 è stata inizialmente preoccupante, per le temperature elevate che hanno fatto inizialmente temere per il peggio, rischiando una maturazione eccessiva delle uve, tuttavia al momento della vendemmia tutto è andato per il meglio, dando vita a un prodotto dal colore classico, giallo paglierino, che emana profumi di pompelmo, agrumi e pesca. 

Al palato rispecchia le note aromatiche con sapori fruttati e una consistenza vellutata, con un finale elegante e pulito. Chi non vuole consumare subito la bottiglia può conservarla per gli anni a venire, tuttavia la possibilità di rovinare un prodotto così costoso è sempre dietro l’angolo. Seguire tutti i consigli di base è vitale ma è bene sapere che ciò non scongiura il rischio del “sapore di tappo”. 

Assicuratevi dunque che la bottiglia sia in posizione orizzontale, per bagnare il sughero ed evitare che lasci passare aria, mantenendo al tempo stesso una temperatura costante di 10° C, con umidità superiore al 50%.

 

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Superalcolici

5 ricette col whisky da provare assolutamente

 

Chi ha detto che il whisky deve essere semplicemente bevuto liscio? La gastronomia moderna ha trovato il metodo per utilizzarlo al meglio anche per la preparazione di deliziose pietanze, vediamo dunque insieme quelle più interessanti.

 

Il whisky è uno dei distillati più famosi e bevuti in tutto il mondo, ottenuto da cereali e poi lasciato a invecchiare in botti di legno che gli conferiscono il classico sapore affumicato. Un vero intenditore della bevanda vi saprà dire che ne esistono una gran quantità di varianti, in modo da accomodare qualsiasi palato. 

Tuttavia oggi non vogliamo parlarvi dei processi produttivi, tipologie, cocktail o il miglior whisky sul mercato, ma di un’applicazione che potrebbe stupire amici e parenti invitati a cena, ovvero delle preparazioni culinarie che ne prevedono l’utilizzo. Nella lista vi sono primi piatti, secondi e anche dolci, potrete quindi trovare sicuramente un modo di cucinare col whisky adatto alle vostre esigenze.

 

Risotto al whisky

Un perfetto primo piatto invernale, il risotto mette d’accordo tutti grazie alla sua cremosità ed è un modo semplice per mettere insieme ingredienti che potete trovare in frigorifero. La ricetta in questione prevede infatti prosciutto cotto e formaggio Asiago, tuttavia ciò non esclude la possibilità di utilizzare anche altri salumi come per esempio speck o crudo, così come altri formaggi a pasta semi-cotta.

Una porzione da quattro persone prevede 400 grammi di riso, 80 grammi di formaggio Asiago, 80 grammi di prosciutto cotto, una cipolla, 40 grammi di burro, 1 litro di brodo e 50 ml di whisky.

Si inizia dunque facendo rosolare la cipolla in una padella antiaderente con olio e burro, quando questa è dorata potrete inserire il prosciutto cotto aggiungendo un pizzico di pepe. Lasciate cuocere per pochi minuti e versate poi in padella anche il riso. In questo passaggio è importante la tostatura dei chicchi, dopo alcuni minuti versate il whisky e un po’ di brodo, aggiungendone man mano che assorbito dal riso. 

Dopo circa 15 minuti di cottura, in base anche al riso che avete usato per la ricetta, potrete spegnere il fuoco e aggiungere il formaggio asiago tagliato a cubetti, lasciando che il calore della padella lo sciolga e aggiunga cremosità al piatto. Il risotto è ora pronto da servire, aggiungendo se desiderate del pepe.

Galletto con whisky

La prima delle ricette di carne che abbiamo preso in considerazione, per quattro persone, prevede l’uso di un galletto, due cipolle, 30 grammi di burro, due mestoli di brodo vegetale, panna quanto basta, due bicchieri di whisky e almeno tre cucchiai di farina.

Innanzitutto bisogna pulire il galletto, tagliandolo a pezzi non troppo piccoli, preparate successivamente una padella antiaderente e riscaldate burro e olio. Aggiungete poi la cipolla tagliata in piccole listarelle e quando inizia a dorarsi aggiungete i pezzi di galletto. Alzate la fiamma e lasciate a cuocere per 15 minuti.

A questo punto potrete aggiungere sale e pepe, versando i due bicchieri di whisky sui pezzi di galletto e attendete che questo evapori. Solo successivamente potete aggiungere il brodo e coprire la padella abbassando la fiamma per continuare la cottura a fuoco lento. In questa fase il galletto potrebbe asciugarsi un po’ troppo, ricordate quindi di tenere a portata di mano qualche mestolo di brodo.

Dopo 40 minuti i pezzi di galletto saranno pronti e potrete rimuoverli dalla padella. Per utilizzare il sugo all’interno, versate i cucchiai di farina all’interno con un po’ di brodo e lasciate cuocere per qualche secondo, aggiungendo anche la panna in quantità desiderata. Quando il composto è cremoso potrete versarlo sui pezzi di galletto e servire il piatto.

 

Stinco di maiale al whisky

Secondo piatto di carne, lo stinco di maiale è preparato al forno e si rivela molto semplice: avrete bisogno di due stinchi, un trito di sedano, carota e cipolla, farina, brodo vegetale, un po’ di vino bianco e del whisky. Prendete gli stinchi e appoggiateli in una teglia da forno, assicurandovi di aggiungere almeno un paio di cucchiai di olio e del vino bianco. Copritela e poi infornate a 200° per circa 40 minuti. Trascorso questo primo passaggio, recuperate la teglia e aggiungete il brodo vegetale, il trito preparato precedentemente e cinque cucchiai di whisky, dopodiché infornate nuovamente per 90 minuti.

Al termine, rimuovete gli stinchi e metteteli da parte, per quanto riguarda il resto, versate tutto in padella con un cucchiaio di farina e altri due cucchiai di whisky, cuocendo finché la salsa non raggiungerà la consistenza adeguata. Non resta ora che aggiungerla agli stinchi, bagnandoli, e servite ai vostri commensali.

 

Gamberi al whisky

Non poteva mancare anche un piatto di pesce nella nostra lista, ed ecco dunque una preparazione che richiede un po’ di esperienza ma che può risultare particolarmente gustosa e originale. Gli ingredienti necessari sono: 600 grammi di gamberi freschi, uno scalogno, cipolla, carota e sedano, una foglia di alloro, 20 cl di whisky e 20 cl di panna.

In una padella antiaderente lasciate rosolare con olio trito di verdure i vostri gamberi, aggiungendo anche la foglia di alloro e, nel caso li gradiate, anche prezzemolo e timo. Trascorsi circa tre minuti aggiungete il whisky alla padella lasciando che crei la fiammata tipica della tecnica flambé. Ora aggiungete sale e pepe a piacimento e coprite la padella per mezz’ora, versando un po’ d’acqua di tanto in tanto per evitare che si asciughi troppo.

Una volta completata la cottura potete aggiungere la panna, mescolando con attenzione per creare una crema con i succhi di cottura. Prima di servire, rosolate per qualche minuto i gamberi aggiungendo ancora un po’ di whisky e ripetendo la fiammata iniziale. Ora saranno pronti per essere serviti con la salsina.

Panna cotta al caffè e whisky

Infine, un buon dolce non guasta mai. Per questa panna cotta avrete bisogno di 400 ml di panna, 75 grammi di zucchero a velo, 75 grammi di latte intero, 7 grammi di caffè solubile, 25 grammi di caffè moka, 30 grammi di whisky, qualche foglio di colla di pesce.

Innanzitutto mettete in acqua fredda la colla di pesce per una decina di minuti e intanto iniziate a preparare il caffè con la vostra moka. Quando questo sarà pronto aggiungete anche il caffè solubile e tenete da parte questi ingredienti. Versando 100 ml di panna e latte in un pentolino iniziate a scaldare senza far raggiungere l’ebollizione. Versate quindi lo zucchero e la colla di pesce divenuta gelatina, continuando a girare in cottura. 

Aggiungete la panna restante, il caffè e il whisky, mescolando attentamente a ogni aggiunta. Quando il composto sarà ben amalgamato potrete versarlo negli appositi stampini e farlo raffreddare in frigorifero per circa sei ore, al termine delle quali la vostra panna cotta sarà pronta.

 

 

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5 ottimi cocktail con whisky da fare a casa

 

Il whisky va bevuto liscio, oppure on the rocks. Abbiamo sentito questa frase numerose volte ma è arrivato il momento di smentirla con delle preparazioni uniche e gustose che potrete riprodurre anche a casa.

 

Con il whisky non si scherza, è forse una delle bevande alcoliche più facilmente riconoscibili in tutto il mondo e ha generato un vero e proprio culto, con una pletora di seguaci che amano sciorinare aneddoti, proprietà organolettiche e metodi più o meno adeguati per berlo.

Non sappiamo quando il whisky sia nato con certezza, alcuni fanno risalire la sua prima produzione al 1400 quando dei monaci irlandesi iniziarono a creare distillati dai cereali mentre altri spostano la datazione ancora più indietro, dandogli origini scozzesi. Ciò che sappiamo oggi è che cambia nome in base al luogo in cui viene prodotto, abbiamo quindi il classico termine whisky per quelli realizzati in Canada e Scozia mentre whiskey, con l’aggiunta della “e”, è usato per i prodotti irlandesi e degli USA.

Se questi Paesi si contendono il titolo di whisky più venduto, non bisogna dimenticare che nell’epoca moderna anche altre nazioni sono scese sul campo di battaglia, producendo ottimi distillati come la giapponese Suntory, che dalla metà del secolo scorso ha portato avanti una politica di eccellenza nel campo.

Quale che sia il vostro preferito, sappiate che non devono essere bevuti esclusivamente lisci. Certo gli appassionati potrebbero storcere il naso e additarvi come degli inetti ma la realtà è ben altra: il whisky si sposa perfettamente con altri ingredienti per realizzare dei cocktail spettacolari e nella nostra guida vogliamo presentarvi alcuni di quelli più interessanti.

 

Old Fashioned

Non si può parlare di cocktail e whisky nella stessa frase senza citare l’Old Fashioned, che trae il suo nome dal bicchiere omonimo in cui il mix è servito. La sua origine risale al 1800 quando il colonnello James Pepper ne rese nota l’esistenza. Il barista del Pendennis Club in Kentucky lo aveva infatti preparato per il colonnello mescolando 4,5 cl di whiskey, due gocce di angostura bitter, un cucchiaio di zucchero e un po’ di soda, aggiungendo infine come decorazione una fetta d’arancia. 

Per definizione l’Old Fashioned è considerato il primo cocktail della storia, la parola per definire i miscugli venne citata sul giornale Balance and Columbian Repository e la descrizione era un mix di alcolici, acqua, zucchero e bitter. Se volete stupire tutti i vostri amici, raccontando di come abbia avuto inizio la preparazione di mix alcolici mentre preparate loro un drink, allora l’Old Fashioned è sicuramente il cocktail che fa al caso vostro.

Whisky Sour

Altra preparazione molto semplice ma con una lunga storia. Sembra che il Whisky Sour sia stato realizzato per la prima volta nella prima metà dell’ottocento, precisamente nel 1827. Gli ingredienti prevedono 4,5 cl di whisky, 3 cl di succo di limone, 1,5 cl di sciroppo di zucchero e un cucchiaino con albume d’uovo; come è chiaro dalla lista è anche molto semplice da ricordare senza dover sempre consultare un taccuino.

Per il whisky consigliamo un torbato con sentore di affumicatura affinché bilanci il succo di limone acidulo. Innanzitutto ottenete il succo da un limone fresco e filtratelo per eliminare impurità, successivamente aggiungete del ghiaccio in uno shaker, versando il whisky, il succo di limone, lo sciroppo di zucchero e anche l’albume d’uovo. Shakerate con energia per una decina di secondi e versate in un bicchiere old fashioned mentre filtrate il mix con un colino. Infine, per guarnire, potrete aggiungere una scorza di limone che richiami il succo o se preferite una ciliegia al maraschino.

È possibile anche modificare alcuni ingredienti, come per esempio lo sciroppo di zucchero, al posto del quale potrete utilizzare dello zucchero semolato, che restituirà una consistenza più grezza e selvaggia al cocktail.

 

Manhattan

La storia vuole che questo cocktail abbia avuto origine nel Manhattan Club di New York, verso la metà del 1870 a opera del dottor Iain Marshall in onore del candidato alle elezioni presidenziali, il governatore Samuel Tilden. Ebbe un successo così folgorante che la gente iniziò a richiederlo come “il cocktail di Manhattan”. 

Non si tratta dell’unica leggenda riguardo il drink poiché secondo altre fonti questo mix circolava già dal 1860, realizzato da un barista in un locale di Broadway nei pressi di Housten Street. Quale sia la verità probabilmente non lo sapremo mai, ma ci resta un ottimo cocktail da gustare realizzato con 5 cl di whisky, 2 cl di vermut rosso, una spruzzata di angostura e una ciliegia al maraschino.

In un bicchiere da mescola con ghiaccio versate il whisky, il vermouth e qualche goccia di angostura, con estrema attenzione mescolate gli ingredienti senza agitarli troppo. In un bicchiere da cocktail posizionate invece la ciliegia al maraschino e solo successivamente versate il mix preparato nel bicchiere senza far cadere il ghiaccio.

Ne esistono anche diverse varianti come il Manhattan Perfect e il Dry, che contemplano l’uso di alcuni ingredienti differenti, nel primo caso per esempio si mescolano due tipologie di vermut diverse mentre nel secondo viene utilizzato un vermut dry, creando un parallelo con il Martini Dry, cocktail dalla natura più “secca”.

 

Mint Julep

Molto fresco e adatto al periodo estivo, questo cocktail risale al 1700 circa quando iniziò a circolare negli stati del sud degli USA come toccasana medicinale. La versione originale prevedeva l’uso del rum, molto più diffuso all’epoca del whisky, oggigiorno però è stato modificato per rispecchiare i nuovi gusti americani e viene realizzato con 6 cl di whisky, zucchero, acqua e germogli di menta.

Per la sua preparazione avrete bisogno di un bicchiere tumbler classico, nel quale mettere zucchero, menta e acqua e iniziare a schiacciare il tutto con un pestello. Solo quando avrete estratto i sapori degli ingredienti potrete aggiungere zucchero e whisky, con un cucchiaino di zucchero per addolcire ulteriormente. Guarnite con qualche foglia di menta e servite ai vostri assetati ospiti.

Irish Coffee

Concludiamo la nostra lista con uno dei cocktail ritenuti tra i più gustosi, apprezzabile anche da chi non ha una particolare competenza in fatto di whisky. L’Irish Coffee nasce in Irlanda agli inizi del 1940, secondo alcuni sarebbe stato creato a Shannon mentre per altri a Foynes. Questa è forse la più accreditata e parla del cuoco Joe Sheridan che offriva ai viaggiatori un caffè con aggiunta di panna e whisky a cui aveva dato il nome di “Irish coffee”.

Per prepararlo avrete bisogno di 4 cl di whiskey irlandese, 9 cl di caffè, zucchero di canna e panna montata. In un bicchiere aggiungete zucchero e caffè espresso, mescolando bene in modo da sciogliere i grani, versate dunque il whisky e aggiungete la panna in modo delicato sulla cima senza mescolare.

 

 

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10 distillerie di whisky da visitare in Scozia

 

Se siete amanti del buon whisky, non potete non fare un tour delle distillerie più rinomate nella patria di Nessie e William Wallace.

 

Scozia, nazione verde e rigogliosa, patria dello scotch whisky, chiamato dai gaelici “uisge beatha”, letteralmente tradotto “acqua di vita”. Le distillerie scozzesi sono più di 90 ed elencarle tutte sarebbe difficile, pertanto abbiamo deciso di evidenziarne dieci tra le più note e apprezzate dai turisti:

 

Distilleria Glenlivet

Sita nel cuore della Scozia, nello Speyside, la regione che vanta il più alto livello di produzione di whisky della nazione, tanto che si è guadagnata il nome di “Malt Whisky Country”.

La distilleria di Glenlivet fu fondata ufficialmente nel 1824 da George Smith, anche se produceva “illegalmente” whisky già dal 1822. Gli ingredienti sono di primissima qualità e la fermentazione avviene ancora all’interno di tini in legno e non d’acciaio. 

Per la distillazione vengono utilizzati alambicchi identici a quelli che usava il fondatore più di 150 anni fa. Il whisky prodotto da questa lavorazione ha un gusto fruttato, con note caramellate e una consistenza liscia e cremosa.

 

Distilleria Talisker 

La distilleria si trova a nord-ovest dell’Isola di Skye, affacciata sull’insenatura di Loch Harport. Fu fondata nel 1830 da due allevatori di pecore, i fratelli Hugh e Kenneth McAskill.

Negli anni la distilleria altalenò tra fortune e disgrazie e la proprietà di questa passò per diversi padroni, fino ad arrivare nelle mani dell’odierna multinazionale Diageo, nata dal connubio tra la Grand Metropolitan e la Guinness.

Il caratteristico edificio bianco, incorniciato nel verde delle campagne circostanti, troneggia sull’azzurra baia sulla quale è sito. Il whisky prodotto in questa distilleria è uno dei più famosi al mondo, tant’è che il grande scrittore scozzese R.L. Stevenson lo definì “The king of drinks” (Il re dei drink) in uno dei suoi poemi.

 

Distilleria Edradour

Situata nel cuore delle Highlands centrali, Edradour (dal gaelico “tra due fiumi”) è la distilleria più piccola di tutta la Scozia. Fondata illegalmente nel 1825 con il nome Gleforres, venne poco tempo dopo registrata legalmente come Edradour.

Si tratta di una delle migliori distillerie artigianali a livello mondiale di single malt. L’azienda è dotata di soli due alambicchi in rame, che producono un ottimo whisky invecchiato in botti di sherry. Il profumo che si sente è quello di miele, noci, prugne e mela cotta, esaltato da un gusto morbido e cremoso che accarezza il palato.

Una piccola distilleria per un grande prodotto, che racchiude tutta la sua filosofia nel motto dell’azienda: “Smaller is better“ ovvero “Più piccolo è meglio”.

Distilleria Glencadam

Glencadam è una piccola distilleria (poco nota) sita in Brechin, nella regione di Angus. Nonostante le sue dimensioni ridotte, si tratta di un’azienda che non ha nulla da invidiare a quelle più famose.

I suoi whisky vengono fatti invecchiare da 10 a 30 anni in botti particolari (solitamente di porto o di oleroso) e il risultato che ne deriva è un gusto dolce e morbido. La visita alla distilleria deve essere effettuata rigorosamente su prenotazione, in quanto normalmente non viene aperta al pubblico.  

 

Distilleria Isle of Arran

Questa distilleria è stata fondata solo nel 1995 ma l’isola di Arran ha dato il via a una vecchia tradizione di produzione (perlopiù illegale) di whisky sin dal primo ventennio dell‘800. Quando la legge cambiò, vennero registrate regolarmente le licenze, anche se dopo il 1837, nessuna distilleria fu più attiva sull’isola, fino alla nascita della Isle of Arran.

Questa fu costruita nella parte nord dell’isola, dove vi è molta abbondanza d’acqua. La produzione artigianale è rimasta ancorata alle antiche tradizioni di lavorazione e all’utilizzo delle materie prime che venivano impiegate una volta.

Oggi si tratta di una delle distillerie più piccole e caratteristiche della Scozia, che vanta più di 60.000 visitatori all’anno.   

 

Distilleria Laphroaig

Si tratta di una delle nove distillerie al momento attive a Islay, che produce un single malt tra i più pregiati e apprezzati del posto. Il whisky ha un gusto corposo e intenso, che racchiude tutti i profumi dell’isola: gli effluvi salmastri del mare, l’odore della torba e le note affumicate del fuoco che arde.

Laphroaig nasce nel 1815 e grazie alla conservazione del sistema tradizionale di produzione, ancora oggi, la distilleria mantiene la stessa qualità e lo stesso fascino del passato.

 

Distilleria Balblair

La distilleria di Balblair è sita nel villaggio di Edderton nel Ross-Shire. La sua fondazione risale al 1790, anche se l’attuale costruzione è presente dal 1895. La produzione di distillati di questa azienda rispetta ancora la tradizione secolare e utilizza la stessa sorgente d’acqua di allora, l’Ault Dearg.

Balblair ancora oggi, continua a distillare whisky di altissima qualità e per questo può vantare numerosi premi, vinti in svariati concorsi.

 

Distilleria Ardbeg

Sulla costa sud dell’isola di Islay, sorge la distilleria Ardbeg. L’azienda ha una storia molto travagliata, ha cambiato spesso proprietari e in passato è rimasta chiusa per molti anni. Oggi è una delle distillerie scozzesi più importanti, specialmente per la produzione di un pregiato tipo di whisky, molto ricercato dagli amanti dei distillati.

L’aroma del suo single malt è unico, forte ed equilibrato, decisamente non adatto ai palati troppo delicati. Sorseggiando l’Ardbeg si ha la sensazione di essere immersi nelle brughiere selvagge dell’isola, piene di colori delicati che emozionano. Fumosità e dolcezza formano un connubio perfetto in questo distillato, considerato uno dei single malt migliori al mondo.

 

Distilleria Highland Park

Nelle Isole Orcadi in cima alla collina di Kirkwall, troneggia la distilleria Highland Park. Il processo di maltazione avviene ancora nei locali originali e la distillazione è di tipo artigianale.

Nel whisky Highland Park è racchiusa tutta la bellezza delle lande scozzesi e il suo sapore evoca delle fragranze floreali, tra le quali risalta quella dell’erica. 

In poche parole si tratta di un distillato che racchiude in sé tutto lo spirito della Scozia.

Distilleria Oban

Oban è una distilleria che nasce nel 1794 nell’omonima città scozzese. Al momento è una delle ultime “distillerie urbane” rimaste in attività ancora oggi. L’edificio è molto caratteristico e racchiude tutta la sua storia nei mattoni scuri che ospitano ancora gli alambicchi originali.

Il whisky viene fatto invecchiare nell’antico magazzino sotterraneo, all’interno di botti in legno dal profumo inconfondibile. Oggi la distilleria è di proprietà della multinazionale Diageo, che ne ha riconosciuto i grande valore storico e tradizionale. 

In questo modo non è stata modificata la struttura originale dell’edificio, che può essere visitato e ammirato ancora oggi in tutta la sua bellezza.

 

 

 

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Cosa e quanto potete bere prima di mettervi al volante

 

Alcol e guida non formano un bel binomio, in quanto se associati, possono essere un grande pericolo per chi guida e per chi si trova nei paraggi.

 

State per andare a una festa a divertirvi e vi siete messi alla ricerca di un buon whisky venduto online da acquistare e condividere con i vostri amici? Fate molta attenzione, perché il codice della strada parla molto chiaro in merito alla guida in stato di ebbrezza.

Ebbene sì, prima di assumere qualsiasi tipo di bevanda alcolica, ricordate che se dovete mettervi al volante potreste risultare fuori dalle regole consentite dalla legge. In poche parole, se durante una cena bevete un bicchiere di vino, questo dovrebbe essere smaltito dall’organismo nell’arco di un paio d’ore. 

Chiaramente i parametri di assorbimento alcolico variano a seconda della persona e dipendono da diversi fattori individuali quali: età, sesso, peso, quantità di cibo ingerito, ecc.)

 

Valori e sanzioni

Se avete bevuto un po’ e volete sapere qual è il vostro tasso alcolemico, per valutare se mettervi o meno alla guida di un mezzo, potete scoprirlo procurandovi un etilometro digitale. In commercio ci sono diversi modelli che vi permettono di rilevare in pochi secondi il livello di alcol in circolo nel vostro organismo.

Vediamo ora quali sono i valori alcolemici superiori al livello consentito dalla legge con le rispettive sanzioni:

 

Maggiore di 0,5 e inferiore a 0,8 grammi per litro

Con un tasso alcolemico compreso tra questi parametri viene applicata una sanzione amministrativa da 500 a 2000 euro. In più è prevista una sospensione della patente da tre a sei mesi e in alcuni casi può essere applicato il fermo immediato del veicolo.

Per ciò che concerne la patente del conducente, è prevista la decurtazione di 10 punti dalla stessa, che possono diventare 20 se il soggetto fermato è patentato da meno di tre anni.

Maggiore di 0,8 e inferiore a 1,5 grammi per litro

La sanzione pecuniaria in questo caso va da 800 a 3200 euro ed è previsto l’arresto immediato del conducente con detenzione prevista da tre a sei mesi. Inoltre viene eseguito il fermo amministrativo del veicolo, e viene applicata la sospensione della patente da sei a dodici mesi. Per ciò che riguarda la patente, i punti che vengono decurtati ammontano a 10.

 

Maggiore di 1,5 grammi per litro

La sanzione amministrativa qui va da 1500 a 6000 euro, è previsto l’arresto immediato del conducente con detenzione da sei a dodici mesi e il sequestro del veicolo (che sarà sancito da una sentenza). In questo caso la patente viene sospesa da uno a due anni e il guidatore si ritroverà ben 12 punti in meno sul documento di guida.

Attualmente questa è la pena massima prevista dalla legge, salvo aggravanti.

 

Alcol: un rischio per la guida e per la salute

Come abbiamo visto esistono dei limiti legali che regolamentano la guida in stato di ebbrezza ma ricordate che l’alcol è un rischio anche per la salute del nostro organismo. Diversi studi scientifici ci suggeriscono di bere alcolici il meno possibile ovvero fino a un massimo di 10 g (un birra piccola o un bicchiere di vino) al giorno per gli adulti e 0 g per i minorenni.

Chiaramente il comportamento migliore da adottare quando si è alla guida è quello di rimanere completamente sobri o di rispettare i limiti consentiti dalla legge. 

Se però non volete rinunciare a bere qualche bicchierino durante una festa, affidate la guida del vostro mezzo a un astemio o a qualcuno che non è intenzionato a bere alcolici. Questo gesto è una scelta giusta e responsabile, che può salvare la vostra vita e quella di chi vi sta vicino e di chi vi incrocia per strada.

 

Come calcolare il tasso alcolemico

Se avete bevuto e non siete sicuri che il vostro stato psicofisico vi consenta di guidare in maniera lucida, vi suggeriamo di sottoporvi a un test alcolemico prima di mettervi alla guida del vostro veicolo.

Qualora non disponiate di uno strumento apposito per effettuare il test, potete utilizzare un calcolatore online, che vi consentirà di rilevare il quantitativo di alcol presente nel vostro organismo. Ovviamente in questo caso il calcolo sarà approssimativo, perché ogni individuo assimila alcol e cibo in modo differente. 

Inoltre è bene sapere che un test del genere non ha nessuna validità legale ma serve a dare un’idea se si è o meno in condizioni di guidare senza incappare in sanzioni amministrative.

Ricordate che anche l’assunzione di nicotina, la stanchezza e altri fattori collaterali possono incidere sul tasso di alcol, pertanto il risultato di un semplice test online non può essere preciso e affidabile al 100%.

Alcol test online

Il Ministero della Salute ha messo a disposizione sul suo sito ufficiale, uno strumento multimediale molto utile, per verificare se si è in grado di guidare, senza andare incontro a pericoli o a rischi di sanzioni amministrative.

In pratica si tratta di un calcolatore online, progettato per rilevare il livello di alcol presente nel sangue. Per ottenere il risultato è necessario inserire i propri dati personali quali per esempio: peso, sesso, età, bevande alcoliche assunte, cibo assunto, ecc. 

Un altro alcol test da fare online abbastanza affidabile, è quello del portale Altroconsumo. Anche qui è necessario inserire sia i dati personali che il quantitativo di alcol assunto. Nel giro di pochi secondi il portale emetterà il risultato del tasso alcolemico, così potrete valutare se guidare o oppure no.

Infine vi suggeriamo l’etilometro multimediale proposto dal sito alcolino.it. La piattaforma offre un’interfaccia grafica molto intuitiva e facile da utilizzare e vi permette di calcolare il tasso di alcol presente nel sangue in maniera immediata.

Il procedimento di inserimento dei dati è pressoché simile a quello dei primi due alcol test virtuali. Qualora non doveste fidarvi di questi strumenti di valutazione, optate per un etilometro digitale da tenere sempre in macchina.