Il miglior vino rosé

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Conclusione

 

 

Le nostre selezioni dei migliori rosé

 

Abbiamo selezionato alcuni dei migliori rosé attualmente in commercio. In basso potete trovare la lista dei dieci prodotti che ci hanno convinto di più, con tanto di percezioni organolettiche e rapporto qualità/prezzo.

 

1. Notte Rossa Salento IGT Negroamaro

 

Il Negroamaro di Notte Rossa è un rosato che non cede alle mode del momento, che vedrebbero questa tipologia di vino caratterizzata da un colore molto più scarico. Si tratta di un Cerasuolo ricco, dal colore intenso ma brillante che rilascia al naso note di frutta rossa come il melograno e ribes. Si possono avvertire anche lievi accenni di anice, che lo impreziosiscono rendendolo fresco e minerale, lasciandolo ossigenare prima di servire si sprigiona tutta la classica espressione mediterranea con salvia e rosmarino che dominano il bouquet. Al palato è leggermente acido ma la corrispondenza è ottima e anche all’assaggio si possono sentire tutti i sapori di frutta a bacca rossa.

Per quanto riguarda l’utilizzo, si può accompagnare ad antipasti, zuppe di pesce molto delicate, formaggi poco stagionati e legumi. La confezione proposta dal venditore, che potete trovare cliccando sul link in basso, presenta ben 6 bottiglie, un acquisto interessante con ottimo rapporto qualità/prezzo.

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2. Vigneti Radica IGT Terre di Chieti

 

Il Terre di Chieti dei Vigneti Radica è prodotto con uve Montepulciano al 100%, e si presenta con un colore più carico rispetto a un classico rosato. La compagnia vanta oltre 50 anni di esperienza nel campo, che potrebbero sembrare pochi rispetto ad altre aziende vinicole centenarie, ma l’attenzione posta nella realizzazione di prodotti di qualità è innegabile. Dopo la soffice pressatura, il mosto deve riposare nei fusti di acciaio dove avviene la fermentazione, in seguito alla quale subisce un periodo di affinamento che dura 6 mesi. 

Il bouquet aromatico tende verso frutti esotici, mentre al palato è soffice e delicato, perfetto quindi per accompagnare piatti di pasta, pizza, zuppe di pesce, formaggi freschi e antipasti leggeri. La temperatura di servizio ideale è di 12° C, bisogna quindi lasciarlo un po’ in frigo prima di aprire la bottiglia e servire i commensali. Il prodotto ha un costo più elevato rispetto alla media, tuttavia è lecito far notare che si tratta di una produzione molto peculiare e circoscritta alla provincia di Chieti.

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3. Sant’Orsola Puglia IGT Rosato

 

Casa Sant’Orsola nasce nel 1947, fondata dai fratelli Secondo e Luigi Martini a Cossano Belbo. Il Rosato di Puglia è realizzato con uve Bombino, Sangiovese e Merlot, inserendosi nella tradizione francese con un colore molto tenue tendente verso il rosa ciliegia. Ha un profilo armonico, al naso è piacevolmente profumato e mantiene gli aromi anche all’assaggio. 

Può essere abbinato a tutto il pasto ma eccelle in associazione con pesce e crostacei grazie alla sua estrema leggerezza. Il tappo a vite tradisce un po’ la sua natura industriale, tuttavia se consideriamo che il prezzo di vendita include ben 6 bottiglie, non ci si può lamentare eccessivamente. È più che accettabile come vino da tavola, da sorseggiare insieme ad amici e parenti, tuttavia per le occasioni speciali potrebbe essere necessario puntare a qualcosa di più costoso e corposo. La quasi impalpabilità del prodotto non è sempre apprezzata da tutti i consumatori.

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4. Citra Cerasuolo d’Abruzzo DOC Terramare

 

Codice Citra è stata fondata nel 1973 in Abruzzo e riunisce ben nove cantine dalla lunga esperienza provenienti dalla provincia di Chieti, luogo perfetto per il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano. Il nome “Citra” viene dall’antico avverbio latino che indicava uno dei due Principati in cui era divisa la regione, scelto per segnalare il forte legame con il territorio. Il vino dell’azienda che abbiamo recensito, Terramare, è un rosato carico, che si ottiene con una soffice spremitura delle uve e in crio-macerazione impallidisce dando il classico colore. Successivamente fermenta in vasche d’acciaio a temperatura controllata. Ne risulta un rosé vellutato, armonico e persistente, che rilascia note fruttate di ciliegia e fragola.

Va servito fresco, come la maggior parte dei rosé, e può essere abbinato a carni bianche, pesce, crostacei, formaggi freschi o semi-stagionati e persino alla pizza. La bottiglia è molto elegante e gli acquirenti la consigliano anche come idea regalo per gli appassionati.

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5. Mionetto 1887 Spumante Rosato

 

La cantina Mionetto, situata tra le colline di Valdobbiadene, nasce nel 1887 grazie a Francesco Mionetto, il capostipite della famiglia. Con oltre un secolo di storia, generazione dopo generazione ha perfezionato il suo Prosecco, realizzandone diverse varianti. Quello qui preso in esame è lo spumante Extra Dry vinificato in rosato, ottenuto pressando le uve a bacca rossa e lasciate poi a macerare per poche ore.

Il colore è brillante e presenta riflessi color porpora, al naso ha un aroma fruttato dove prevalgono note di ribes, rosa canina e pompelmo mentre al palato rivela la sua acidità bilanciata con sapori di lampone. L’utilizzo principale è come aperitivo, ma si associa bene ad antipasti di varia natura, risotti a base di frutti di mare, pesce crudo e anche piatti delicati come linguine all’astice. La temperatura di servizio ideale è più bassa rispetto a un classico rosato, trattandosi in questo caso di uno spumante bisogna raggiungere gradualmente 6-8°C prima della mescita.

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6. Sant’Orsola Prosecco DOC Rosé

 

Più costoso rispetto alla proposta classica di Casa Sant’Orsola, il Prosecco DOC Rosé è realizzato con uve di tipo Glera e Pinot Nero. Appare di colore rosa brillante e ha un profumo che vira su aromi fruttati e floreali. Al palato è fresco e molto elegante, rivelandosi una bottiglia perfetta per occasioni speciali o anche per ricevere gli ospiti prima di una cena. In qualità di aperitivo dà il meglio di sé, per accompagnare magari qualche antipasto a base di pesce, crudité o piatti leggeri.

La confezione, che potete acquistare cliccando sul link in basso, include 6 bottiglie millesimate, provenienti quindi dalla vendemmia 2020. Per la conservazione è preferito un luogo fresco e asciutto, l’ideale sarebbe una cantina, tuttavia se non disponete di un luogo simile ricordate che è importante evitare la luce solare diretta e ambienti della casa dove la temperatura può salire facilmente oltre i 20°C. Per maggiori informazioni sulla corretta conservazione dei vini rosati consultate la nostra guida in basso.

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7. Batasiolo Moscato spumante Rosé

 

Beni di Batasiolo, azienda vinicola fondata dalla famiglia Dogliani, è attiva sul territorio piemontese da quasi 50 anni, quando acquisì la storica cantina Kiola. Non solo i classici Barolo e Barbera d’Asti, però, ma anche passito, moscato e spumanti. Il rosato dolce frizzante qui recensito è un Moscato, con colore rosa tenue dato dalla breve macerazione su bucce d’uva aromatiche. 

Il mosto ottenuto dalla pressatura subisce un raffreddamento a 0° centigradi e viene lasciato in celle frigorifere fino a un mese prima di effettuare la spumantizzazione. È la tecnica di lavorazione a freddo, però, il vero punto cardine, che garantisce il mantenimento di tutte le caratteristiche aromatiche e organolettiche del vino. La bottiglia è perfetta per tutti coloro che non amano gli spumanti un po’ aciduli e preferiscono le bollicine dolci senza che però risultino stucchevoli. Il prezzo è decisamente contenuto, pur trattandosi di uno spumante.

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8. Santa Cristina Cipresseto Rosato

 

Ci si sposta in Toscana con Santa Cristina, precisamente nell’antica Cortona. La cantina nasce nel 2006, riprendendo il nome del classico vino prodotto localmente da 70 anni. In questa sede però analizzeremo il vino Cipresseto, un rosé delicato del 2020 con etichetta IGT, ovvero Indicazione Geografica Tipica. L’annata poco piovosa ma fresca ha permesso l’ottimale maturazione delle uve Sangiovese. Dopo la raccolta c’è la classica pressatura soffice, raffreddando il mosto a 10°C per ottenere il colore desiderato. Successivamente il vino viene spostato in fusti d’acciaio dove inizia la fermentazione.

La bottiglia è molto elegante ma al tempo stesso semplice secondo il moderno stile minimalista. Aprendola si viene subito avvolti da note di fragoline di basco, arancia, ananas e lamponi, per un bouquet fruttato spettacolare. Al palato è morbido e armonico, perfetto quindi per essere abbinato a piatti delicati a base di pesce, formaggi freschi e antipasti.

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9. Lancers Rosé Frizzante

 

Lancers nasce nel 1944, si tratta di un iconico brand portoghese che ha iniziato a vendere vini in tutto il mondo, riscontrando un notevole successo soprattutto in territorio americano. Uno dei prodotti più apprezzati è il loro rosé frizzante, realizzato con uve al 100% portoghesi, provenienti dal nord del paese. È caratterizzato da un colore rosa con piccole tinte arancioni, al naso si percepiscono frutti rossi e tropicali che si confermano poi al palato, con un finale dolce e di media intensità. 

Può essere servito con qualsiasi piatto ma dà il meglio di sé con quelli leggermente speziati della tradizione orientale o messicana. La temperatura di servizio ideale dovrebbe essere intorno ai 10°C, è consigliato quindi posizionarlo in frigo qualche ora prima di aprire la bottiglia. Dopo l’apertura il prodotto può essere nuovamente chiuso e conservato in frigo ma sarebbe ideale consumarlo entro un paio di giorni, per non veder sparire tutte le bollicine.

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10. Mateus Vino Rosé

 

L’azienda vinicola portoghese Mateus ha conquistato fama internazionale grazie alla geniale idea del fondatore, Fernando Van Zeller Guedes, che nel 1942 lanciò sul mercato una bottiglia di vino con una forma che divenne poi sinonimo del brand, ricordando una fiaschetta usata dai soldati nella Prima Guerra Mondiale. Il rosé The Original è un vino dal bouquet fine ma intenso, molto giovane e bilanciato che stuzzica il palato con le sue leggere bollicine. La temperatura di servizio ideale è tra 6 e 8°C, preferibilmente da versare in un bicchiere flute o da vino rosso. 

L’azienda consiglia anche un cocktail estivo, il Mateus Frosé, che potete realizzare con 250 ml di Mateus Rosé, 50 ml di succo di frutti di bosco, 50 ml di vodka, 30 grammi di zucchero, ghiaccio e qualche fragola. Bisogna versare il tutto in un frullatore e poi servire guarnendo con buccia di limone. Il costo, se consideriamo che si tratta di una bottiglia da 750 ml, è tra i più bassi sul mercato.

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Origine e uso

 

Storia

Il vino ha una storia millenaria e la sua produzione si può far risalire alla notte dei tempi. Generalmente però si parla quasi sempre di vino bianco o rosso, facendo quasi intendere che il rosato o rosè abbia una minore importanza. In realtà quest’ultimo è molto pregiato e la sua nascita, sebbene leggendaria, si può far risalire al nostro Paese. Si narra infatti che il vino rosato sia stato prodotto per la prima volta da un prete, questi coltivava la vite per realizzare il vino da usare durante la celebrazione della messa, tuttavia i fedeli più devoti gli donavano spesso vino e cibo già pronto per essere consumato. Tale abitudine spinse il prete a una maggiore pigrizia, trascurando così il suo orticello. I giorni passarono e i fedeli iniziarono a veder diminuire le proprie scorte, imputando la colpa alla pigrizia dell’uomo di chiesa, decisero pertanto di non regalargli più nulla.

Il prete, colto alla sprovvista da questa decisione, pur di non lavorare la terra mise in atto un vero e proprio furto con scasso, rubando dalle cantine del villaggio il vino. Non essendo ancora fermentato del tutto, questo aveva un colore leggermente più sbiadito, tendente al rosa, fattore che fece insospettire i fedeli che lo scoprirono immediatamente. Dopo averlo assaggiato, però, i viticoltori del villaggio decisero di iniziarne la produzione, ed ecco che secondo la leggenda nacque il vino rosè.

Si tratta comunque di una leggenda da non prendere troppo seriamente, secondo gli studiosi infatti il primo vero rosato potrebbe essere stato prodotto in Francia, anche se non vi sono prove a sufficienza per stabilire con certezza questa affermazione.

Il vino rosato non è una miscela di vino bianco e rosso, come si potrebbe erroneamente pensare, ma si tratta di uve a bacca rossa che subiscono un processo di macerazione breve, proprio come indicato nella leggenda popolare.

Mix

Il vino rosé viene usato spesso per la creazione di cocktail colorati, estivi e freschi. Vi lasciamo alcune idee che potete replicare senza troppi problemi anche in casa. Il primo cocktail è decisamente semplice, avrete bisogno di un vino rosè, vodka, basilico e limone. Iniziate con l’adagiare la fetta di limone e un paio di quelle di basilico sul fondo di un bicchiere, poi aggiungete ghiaccio, 150 ml di vino rosato e 30 ml di vodka, mescolate leggermente e servite.

Non può mancare anche una bella Sangria fatta con il rosè, le dosi sono le seguenti: una bottiglia di vino rosato, 120 grammi di fragole di stagione, 80 grammi di mele o pesche, due cucchiai di zucchero, un bicchiere di succo di pompelmo e 1 dl di cognac. Bisogna lasciare in frigo per qualche ora il vino con zucchero, succo di pompelmo e mele (o pesche a seconda della stagione). Quando dovete servire la sangria, aggiungete il resto della frutta e il cognac.

Molto apprezzato è anche lo Spritz Rosé, che propone un classico cocktail rendendolo più elegante. Per realizzarlo vi serviranno 6 cl di vino rosé, 3 cl di Aperol, una spruzzata di seltz, ghiaccio e una fetta d’arancia per guarnire.

 

Conservazione

Il vino rosato è molto sensibile al cambio di temperatura, il modo migliore per conservarlo quindi è in una cantinetta o in luoghi dove il clima sia fresco e asciutto. Secondo alcuni studi, i rosati conservati a 20° C hanno subito delle alterazioni nelle note aromatiche, liberando un bouquet floreale e fruttato che originariamente non avevano. Non tutti i consumatori lo gradiscono, pertanto tenete conto di tale fattore durante la conservazione. Se la bottiglia è già aperta ma non è stata consumata del tutto, potete richiuderla con un tappo di sughero e posizionarla in frigo per farla durare almeno un paio di giorni.

 

Valore nutrizionale

Non esiste un valore nutrizionale univoco per il vino rosato poiché sono molte le tipologie in vendita sul mercato, in linea di massima però si parla di circa 80 kcal per 100 grammi di prodotto, derivanti principalmente da zuccheri, carboidrati e alcool. Chi segue una dieta specifica dovrebbe evitare il consumo di alcolici, tuttavia, il rosato potrebbe essere uno strappo alla regola ben più accettabile rispetto ad altri superalcolici dalla carica energetica di molto superiore.

Bere responsabilmente

I minori di 18 anni non dovrebbero assolutamente bere e anche gli adulti hanno il dovere di comportarsi in modo responsabile. Il consumo di alcool non deve essere preso alla leggera e può portare a gravi problematiche. Non bisogna mai esagerare e, anche se talvolta si alza un po’ di più il gomito, bisogna ricordare di non mettersi mai al volante per preservare non solo sé stessi ma anche garantire l’incolumità di eventuali passeggeri.

 

 

 

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