Birra cruda: significato e differenze con la non fermentata

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

Birra cruda non significa “non cotta” ma rientra in una categoria ben specifica che non si discosta in realtà dal concetto di prodotto artigianale. Se avete dubbi in merito, con il nostro articolo cercheremo di chiarirli.

 

Gli amanti della birra avranno sicuramente sentito parlare di birra cruda ma non tutti hanno davvero approfondito il significato di questo termine, per questo motivo abbiamo deciso di fare un po’ di chiarezza in merito e analizzare il fenomeno delle birre crude che sembrano divenute negli ultimi tempi così popolari. Scopriamo insieme il perché e cosa si nasconde dietro questa dicitura un po’ fumosa.

 

Fermentazione e pastorizzazione

La produzione prevede vari passaggi, primo tra tutti è naturalmente la fermentazione, messa in atto dai lieviti e che trasformano gli zuccheri presenti in alcool. Generalmente abbiamo tre diversi tipi di birre, quelle ad alta, bassa o fermentazione spontanea. Nel primo caso, al mosto viene aggiunto il saccharomyces cerevisiae, organismo unicellulare che dà vita alle birre chiamate “ale”, nel secondo caso si aggiunge il saccharomyces uvarum e si ottiene così la “birra lager“, una tipologia delicata e dal sapore leggermente fruttato.

Per la fermentazione spontanea, invece, il processo è un po’ differente poiché il mosto deve essere lasciato a contatto con l’aria e quindi si sviluppano batteri di diversa natura come il brettanomyces. Il procedimento finale è chiamato pastorizzazione ed è tipico della produzione industriale.

Cos’è la pastorizzazione?

Questo singolare procedimento fu scoperto da Louis Pasteur nella seconda metà dell’800 e prevede, tramite il riscaldamento a temperature specifiche degli alimenti, l’eliminazione di molti dei microrganismi in essi presenti. Attenzione però, perché pastorizzare non è sinonimo di sterilizzare, nel primo caso le temperature oscillano tra i 60 e i 90 gradi centigradi mentre nel secondo si superano i 120. Ciò permette ad alcuni microrganismi di sopravvivere, evitando che la birra, in particolare, perda tutto il suo sapore caratteristico.

 

Pastorizzazione birra

Vi starete chiedendo “quando si pastorizza la birra?“, ebbene il processo deve essere effettuato al momento del confezionamento stesso, garantendo una lunga conservazione e la capacità di consumare la bevanda quando si preferisce, entro i termini stabiliti sulla bottiglia stessa, senza il rischio che proliferino batteri di vario genere. La pastorizzazione permette inoltre di creare un sapore standard, sempre uguale e pertanto immediatamente riconoscibile.

Che differenza c’è tra la birra cruda e la birra normale?

Dopo questa necessaria introduzione possiamo tornare al tema originale della nostra dissertazione, ovvero cosa significa birra cruda e quali sono le differenze con quella normale? In sostanza, quando si parla di birra cruda non ci si riferisce a un prodotto che non ha subito il processo di cottura degli ingredienti, che è fondamentale per produrre la birra in ogni caso, ma a una birra non pastorizzata. Solo l’ultima fase produttiva viene saltata, per far sì che i sapori originali creati dai mastri birrai siano presenti e arrivino al consumatore inalterati. 

La mancanza di tale procedimento però ha comunque delle ripercussioni sul prodotto, innanzitutto deve essere consumato in tempi brevi, poiché è presente il rischio di rifermentazione in bottiglia, voluto in alcuni casi ma non sempre auspicabile, ma soprattutto rende difficile la creazione di un sapore univoco e sempre uguale a se stesso. Quando si stappa una bottiglia di Heineken, Ceres, Tuborg o qualsiasi altra birra classica venduta sul mercato, si sa già cosa aspettarsi ed è possibile avvertire le stesse identiche note in ogni confezione venduta sull’intero pianeta, con una birra cruda e quindi non pastorizzata è molto più difficile ottenere lo stesso risultato.

 

Birra cruda o artigianale, differenze

Se la birra cruda non subisce il processo di pastorizzazione, può essere definita artigianale? Naturalmente, parliamo quasi della stessa cosa, almeno secondo la legge italiana che prevede che tutte le birre che non subiscono il processo di pastorizzazione e microfiltrazione, possono essere definite come artigianali.

Glasses of beer and ale barrel on the wooden table. Craft brewery.

La birra cruda è più buona?

Dipende sostanzialmente dai gusti individuali, quindi non possiamo parlare di birra più o meno buona rispetto a quella industriale, ciò che cambia però è la presenza di una quantità maggiore di aromi, che trasformano la birra cruda in un’esperienza degustativa. Non chiedetevi “che sapore ha la birra cruda?” perché non esiste una risposta univoca, ogni prodotto artigianale è realizzato con cura meticolosa e attenzione ai dettagli proprio per offrire qualcosa di eccezionale e che si differenzi dalla produzione industriale. Difficilmente riuscirete a trovare una bottiglia uguale all’altra, pertanto il modo migliore per scoprire quale possa essere più in linea con i vostri gusti è semplicemente uno: assaggiarle!

 

Quali sono le birre crude?

I brand sono tanti quanti sono gli amanti e fare un elenco di tutti i produttori di birre crude, o artigianali che dir si voglia, sarebbe letteralmente impossibile, pertanto il nostro consiglio per scovare prodotti di questo tipo è quello di concentrarsi sulla produzione del proprio territorio, in modo da supportare i mastri birrai locali.

Bere responsabilmente

La birra cruda ha molti vantaggi rispetto a quella industriale, innanzitutto ha un basso indice glicemico, quindi non innalza la quantità di glucosio nel sangue dopo la sua assunzione tanto quanto farebbero altri prodotti, in aggiunta sono ricche di bifidobatteri, microrganismi utili al mantenimento della corretta flora intestinale. 

Ciò però non vuol dire che si possa consumare in grandi quantità, si tratta pur sempre di una bevanda alcolica e va bevuta con la giusta moderazione. Se dovete mettervi al volante consigliamo di evitare ogni consumo o attendere perlomeno che il volume alcolico nel sangue scenda sotto la soglia prevista dalla legge. Ricordiamo infine che l’alcool ha effetti deleteri, a lungo andare può causare problemi al fegato e ai reni, oltre a interferire anche con eventuali cure mediche.

 

 

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