Birra doppio malto: il significato e le calorie

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

Per molti la birra doppio malto è una bevanda più forte, con una gradazione alcolica elevata e pertanto più gustosa. Vediamo cosa c’è di sbagliato in questa linea di pensiero e a cosa ci si riferisce davvero con il termine.

 

Esiste o non esiste? La birra doppio malto è spesso oggetto di discussione da parte degli appassionati che non riescono proprio a venirne a capo. Per riuscire a capire cosa sia una doppio malto è bene innanzitutto prendere la legge italiana di riferimento, la n. 1354 articolo 2, che regola l’igiene e la produzione della birra. Tale articolo risale al 1962 e recita così: “la denominazione “birra” è esclusiva dei prodotti con grado Plato superiore a 10,5 e con un titolo alcolometrico volumico superiore a 3,5%; la denominazione può essere poi di “birra speciale” se il succitato Plato non risulti inferiore a 12,5 e, invece, “birra doppio malto” se non è inferiore a 14,5″.

Come categoria, quindi, la doppio malto esiste ed è anche regolata dalla legge del nostro Paese, pertanto è in torto chi afferma che si tratti di un’invenzione. Detto ciò, però, bisogna fare necessariamente un passo indietro e capire cosa si intenda esattamente con il termine grado Plato, utilizzato per identificare le varie tipologie di birre. 

Si tratta di un’unità di misura ideata dal chimico tedesco Fritz Plato per calcolare la densità della soluzione, pertanto quando si dice che una birra ha un contenuto pari a 14,5 gradi Plato, significa che gli zuccheri disciolti nel mosto sono pari al 14,5%. Quale correlazione c’è però tra il grado Plato e quello alcolico? È quello che scopriremo insieme nel prossimo paragrafo.

 

Gradazione alcolica birra doppio malto

Secondo quanto stabilito dalla legge italiana, una birra doppio malto non è, come alcuni potrebbero pensare, una birra che data la quantità “doppia” di malto si presenta con una gradazione alcolica superiore alla media. Come abbiamo avuto modo di leggere, infatti, qualsiasi birra che abbia un titolo alcolometrico volumico superiore a 3,5% può rientrare di diritto nella categoria doppio malto, a patto che abbia una quantità di zuccheri superiore alle altre categorie.

Questa linea di pensiero porta a compiere degli errori di valutazione quando ci si ritrova al pub con gli amici e si ordina una doppio malto pensando di bere una birra liquorosa, molto alcolica e generalmente ambrata. Il colore della doppio malto può essere di qualsiasi tipo e questo non dovrebbe essere associato al grado alcolico della bevanda poiché anche le stout, birre scure, hanno gradazioni basse mentre birre lager bionde possono arrivare anche a un volume alcolico del 10%. La birra rossa doppio malto potrebbe essere più o meno forte ma una cosa è certa: la quantità di zuccheri, e pertanto di calorie, sarà superiore.

Calorie birra doppio malto

Se in media una birra con bassa gradazione alcolica, ovvero 3,5%, ha circa 35 kcal per ogni 100 grammi di prodotto, le doppio malto in virtù della loro quantità superiore di zuccheri avranno, a pari gradazione alcolica, un apporto calorico quasi doppio, di circa 60 kcal ogni 100 grammi. Se seguite uno specifico regime dietetico e ogni tanto vi concedete qualche libertà come un bel boccale di birra, vi consigliamo di lasciar perdere completamente le doppio malto poiché potrebbero vanificare tutti i vostri sforzi.

 

Cos’è il malto

Ma il malto cos’è di preciso? Dopo aver capito che il concetto “doppio malto” è percepito in modo molto fumoso, anche l’ingrediente base della birra necessita di una bella spiegazione, potrete così dirvi dei veri e propri esperti del settore. Il malto si ottiene dalla germinazione dell’orzo, cereale estremamente importante per ottenere la birra dal momento che ne determina tutte le proprietà principali come il colore e il gusto. Quando si parla di malto, quindi, si fa riferimento al risultato di un processo, la maltazione, che può essere applicato a qualsiasi tipo di cereale, dal frumento alla segale.

Il primo passaggio della maltazione è la germinazione dell’orzo, processo grazie al quale si ottiene il maltosio, uno zucchero sfruttato dai lieviti. Il procedimento vede l’ammollo dell’orzo in acqua calda (non superiore ai 18 gradi centigradi) per un periodo variabile che va da un minimo di 24 a un massimo di 62 ore, intervallo di tempo durante il quale i chicchi si gonfiano e aumentano il grado di umidità interno.

In seguito i chicchi vengono asciugati e lasciati essiccare a 40 gradi per qualche giorno, in modo che la crescita dei germogli si arresti, per passare poi alla vera e propria tostatura per ottenere l’ingrediente chiamato malto base. In questa categoria rientrano i malti che daranno vita a birre dalla colorazione differente e tutto dipende proprio dalla temperatura di tostatura.

 

Invenzione birra

L’invenzione del procedimento per la realizzazione della birra si perde nella notte dei tempi e si potrebbe tornare indietro fino al settimo millennio a.C., tuttavia i primi veri cenni documentati si hanno intorno al 3500 avanti Cristo. A pensarci è davvero strabiliante come i nostri antenati siano stati in grado di perfezionare un procedimento che a noi stessi sembra complesso, quando siete a casa o al pub e consumate una birra 12 gradi, leggera o perché no, anche doppio malto, vi invitiamo a meditare sul lungo viaggio che la bevanda ha fatto e come ciò vi leghi a individui vissuti migliaia di anni fa.

Grazie al nostro articolo avete finalmente scoperto che la gradazione birra non ha un legame diretto con il concetto di “doppio malto”, vi invitiamo quindi a scegliere sempre con attenzione la vostra bevanda e, se proprio volete provare qualcosa di differente o più alcolico, potreste effettuare ricerche più specifiche in merito, prendendo in considerazione magari prodotti artigianali non pastorizzati, birre locali aromatizzate seguendo antiche ricette e così via.

Bere responsabilmente

L’alcool, inutile dirlo, fa sempre male all’organismo e bisognerebbe quindi limitarne il consumo. Per quanto la birra sia un vero e proprio piacere, va da sé che deve essere bevuta nelle giuste quantità, evitando di mettere in pericolo non solo la propria salute ma anche quella di chi vi sta intorno qualora decidiate incoscientemente di mettervi al volante.

 

 

 

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