5 consigli per l’imbottigliamento del vino

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

In questa piccola guida abbiamo evidenziato alcuni aspetti fondamentali del processo di imbottigliamento del vino, per aiutare gli utenti interessati a eseguire la procedura da soli senza ritrovarsi con un prodotto imbevibile.

 

Il vino è una delle bevande alcoliche più amate in tutto il mondo, realizzato fin dalla Preistoria per consumo in ambito religioso, rituale e di semplice celebrazione. Il processo di imbottigliamento del vino non è particolarmente semplice e bisogna seguire delle linee guida ben specifiche per evitare che il vino rosso o quello bianco rischino di superare i livelli di acidità o la proliferazione di lieviti oltre il limite minimo. Vediamo dunque insieme alcuni dei consigli essenziali per imbottigliare il vino da sé al meglio.

 

Tappi e bottiglie

Il primo fattore da considerare è sicuramente relativo a questi due elementi. Per quanto concerne le bottiglie, dovrebbero avere un colore che sia verde scuro o marrone, tale accorgimento serve a evitare che i raggi ultravioletti penetrino all’interno e modifichino la struttura della bevanda. Poco importa se la bottiglia resterà in cantina o comunque luoghi generalmente bui, sul colore non si transige ed è il modo migliore per avere la sicurezza che non vi siano incidenti di percorso dovuti all’esposizione alla luce solare. 

Un ruolo importante, anche se meno incisivo, lo gioca la forma della bottiglia. Ve ne sono di diverse, dalla bordolese a spalla alta fino alla renana e al porto e la differenza sta nella capacità di ridurre l’accumulo di sedimenti in fase di affinamento. Se la bordolese quindi si presta per l’imbottigliamento di vino rosso, la porto si adatta a vini molto più liquorosi come appunto lo Sherry o quello da cui prende il nome, il Porto.

Passando al tappo, invece, ci sono due scuole di pensiero: quella che ritiene il tappo in sughero l’unica alternativa possibile, oppure chi preferisce il tappo sintetico. Nel primo caso, sappiate che il rischio di andare incontro all’odore di tappo è molto alto sebbene sia la scelta migliore per i vini rossi a lungo affinamento. Il sintetico è preferito per i vini bianchi, frizzanti e non, oppure vini rossi molto giovani, che verranno consumati nel breve periodo.

Lavare le bottiglie con attenzione

Non bisogna mai dimenticare di lavare le bottiglie che intendete utilizzare, per rimuovere eventuali residui di altre bevande, conserve o qualsiasi altro prodotto vi fosse all’interno. Se non possedete una macchina apposita, dovrete eseguire l’operazione manualmente e potrete innanzitutto utilizzare acqua, aceto e qualche cucchiaio di riso, versando il tutto all’interno della bottiglia. Chiudetela con un tappo sintetico e scuotetela energicamente per ripulire ogni parte interna. 

Dopo questo procedimento potrete lasciar riposare il contenuto all’interno per qualche ora prima di svuotarla. Non è l’unico metodo casalingo ma ve ne sono anche altri che prevedono l’uso di sale grosso, per esempio, anche se il rischio di graffiare il vetro all’interno è elevato rispetto all’uso del riso. Se dopo questi passaggi il vetro interno è ancora sporco, potrete versare acqua e bicarbonato di sodio, mescolando energicamente e lasciando agire per qualche giorno prima di risciacquare la bottiglia.

 

Come fare il vino frizzante

Tutti conoscono vini frizzanti come il prosecco, il lambrusco o lo spumante e si tratta di una tipologia di vino molto consumata nel nostro Paese, adatto ad aperitivi, festeggiamenti e momenti di aggregazione. Chi volesse realizzarlo da sé dovrebbe sapere che il modo migliore per ottenere il vino bianco frizzante è quello di sfruttare la tecnica della doppia fermentazione. 

La prima si può ottenere aggiungendo al vino 10 grammi di zucchero per litro, in seguito per la seconda invece si deve aggiungere del lievito, che deve far parte del ceppo saccharomyces bayanus. Ricordate inoltre che tra la prima e la seconda fermentazione è molto importante tenere il liquido a pressione, tra 1 e 2 atmosfere. 

Durante il travaso del vino, dovrete poi fare attenzione a eliminare i vari sedimenti, per non trasferirli nelle bottiglie. La tecnica che i più esperti utilizzano ha il nome di dégorgement à la volée, o sboccatura a volo, che richiede però estrema attenzione perché nell’esecuzione i lieviti potrebbero rimescolarsi o portare alla perdita eccessiva di vino.

 

Quando imbottigliare il vino

Secondo tradizioni tramandate nei secoli, esiste una correlazione tra l’imbottigliamento e la luna, o meglio le fasi lunari. Il primo quarto di luna, quando ovvero l’astro è crescente, si imbottiglia per ottenere vino frizzante, nell’ultimo quarto di luna, quando invece è calante, si imbottiglia per i vini da affinamento.

In fase di luna piena, quando è ben visibile in cielo, è possibile imbottigliare e travasare il vino senza alcun tipo di limitazione mentre si dovrebbe evitare qualsiasi lavorazione durante l’assenza di luna.

Se volete scoprire la fase della luna per imbottigliare il vino dovrete dare un’occhiata al calendario lunare dell’anno corrente, effettuando delle semplici ricerche online che includano le parole come luna piena o calendario.

Dove e come conservare il vino

Una volta imbottigliato, bisogna evitare che il vino si guasti, soprattutto se parliamo di un rosso da affinamento. Il modo migliore per conservare le bottiglie che con tanta fatica avete realizzato è posizionarle in orizzontale (in caso siano state tappate con sughero), eviterete così che a lungo andare il tappo si secchi e lasci entrare aria all’interno della bottiglia. 

Questa tecnica, però, potrebbe portare al temuto sapore di tappo, che renderà praticamente imbevibile il contenuto, è un rischio che molti utenti corrono ma che, se non ve la sentite di affrontare, potete scongiurare come già evidenziato con un tappo sintetico. In questo caso la bottiglia può anche essere posizionata in verticale ma a prescindere dall’orientamento e dal tappo dovrete sempre tenerla in un luogo buio e sufficientemente umido. Evitate esposizione alla luce, al pari di gremlin e mogwai del popolare film di Steven Spielberg, e ricordate di mantenere un grado di umidità pari ad almeno il 50%.

I luoghi che corrispondono a tali indicazioni sono generalmente garage e cantine, ma chi non dovesse disporne può comunque optare per cantinette regolate elettricamente, una soluzione alternativa e tecnologica per chi ha poche unità da conservare magari in casa.

 

 

 

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