Ruinart Brut – Recensione

Ultimo aggiornamento: 08.05.24

 

Principale vantaggio

La storia della maison Ruinart, una delle più lunghe della regione di Champagne, mette in luce positiva le sue produzioni e per quanto riguarda il brut qui analizzato è possibile evidenziare numerosi pregi tra cui la freschezza data dalla notevole quantità di uve Chardonnay utilizzate per l’assemblaggio.

 

Principale svantaggio

Il prezzo è un po’ più alto della media e alcuni utenti potrebbero rinunciare alla qualità per non spendere cifre eccessivamente elevate. Inoltre manca un astuccio che possa in realtà giustificare in parte l’esborso.

 

Verdetto: 9.4/10

Sebbene sia un vino di qualità elevata, non tutti sono disposti a spendere la cifra chiesta da Ruinart. Se non avete alcun problema di budget, però, non possiamo far altro che consigliare caldamente questo brut poiché è un’esperienza molto diversa dalle solite.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Antica maison

La maison Ruinart nasce circa 290 anni fa, ovvero nel 1729, a Champagne, rivelandosi così la più antica casa vinicola della regione. La bevanda durante i primi del ‘700 era già popolare negli ambienti dell’élite parigina ma non aveva ancora un vero e proprio nome, che come sappiamo gli fu dato solo successivamente. Le voci su questo vino frizzantino si rincorrevano fino a raggiungere il monaco dell’ordine benedettino Dom Thierry Ruinart, che aveva già prontamente intuito che non si trattava di una semplice moda passeggera. 

Fu però nel 1729 che il nipote, Nicolas Ruinart, commerciante di drapperie a Reims, apre un registro contabile sullo champagne, identificato con il termine vin de bulles, vino con le bollicine. Dopo un periodo iniziale dove si dividevano tra le stoffe e la vinificazione, decise di dedicarsi a tempo pieno alla maison e la storia gli diede ragione, con una vendita che da poche centinaia di unità passo a svariate decine di migliaia nel giro di una generazione. 

Il processo di maturazione del vino avviene in cave di gesso sotterranee, chiamate Les Crayères, acquistate proprio da Nicolas nel 1761, dove la freschezza naturale dell’ambiente permette la conservazione ottimale dello champagne Ruinart. Il luogo è oggigiorno anche visitabile su prenotazione data la sua importanza storica, divenuto patrimonio dell’Unesco dal 2015. Per quanto riguarda la bottiglia che abbiamo selezionato per l’analisi, abbiamo il R de Ruinart, un brut che rappresenta l’anima della maison.

R de Ruinart

Proprio come suggerisce il nome, la prima lettera del cognome Ruinart è la R, e questo brut è paragonato proprio a questo incipit, per sottolineare come rappresenti l’essenza stessa della casa vinicola. Per il suo assemblaggio troviamo una maggioranza di Pinot Noir, con un 49%, seguito da Chardonnay al 40% e solo l’11% di Pinot Meunier, concludendo la costruzione con una percentuale variabile di vini di riserva di due annate precedenti. 

La fermentazione del prodotto avviene in tini di acciaio inox la cui temperatura è regolata, per unire la tradizione all’efficienza della tecnologia moderno. Ne risulta un vino particolare, leggermente diverso rispetto ad altre proposte a causa della maggior quantità di Chardonnay, sicuramente meno commerciale e di nicchia ma anche apprezzato dai circoli di conoscitori della bevanda. 

Il costo, in virtù della storia Ruinart, è un po’ più alto della media e dovrete quindi prepararvi a investire un po’ di più se volete stappare una bottiglia di questo brut durante un’occasione speciale, tuttavia ne vale senz’altro la pena.

 

Caratteristiche

All’aspetto il brut ha un colore giallo paglierino con riflessi che virano sull’oro, molto luminoso dunque e perlage persistente. Stappando si viene inondati subito da note fruttate, principalmente frutti a polpa bianca come mela e pera ma non sono assenti anche aromi classici di nocciole e mandorle; superata la prima impressione persistono poi gli odori di biscotto e brioche. 

Al palato esprime tutta la sua rotondità, senza dimenticare però la freschezza tipica dello Chardonnay. Date le sue caratteristiche dà il meglio di sé come aperitivo ma anche come accompagnamento per piatti molto leggeri a base di frutti di mare, ostriche, capesante, pesce o formaggi a breve stagionatura.

L’unica pecca, se così possiamo chiamarla, è l’assenza di un astuccio che possa consentirvi di regalarla in una degna confezione, dettaglio che il brut Ruinart avrebbe sicuramente meritato.

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