Le 10 migliori birre senza glutine

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Per chi soffre di celiachia la birra ha sempre rappresentato un tabù più che un piacere. Fortunatamente, negli ultimi tempi, si è assistito a un radicale cambio di tendenza che ha spinto sempre più birrifici a offrire prodotti accessibili anche a chi è intollerante al glutine. Per questa ragione, abbiamo ritenuto doveroso stilare una classifica delle migliori birre “gluten free” sul mercato.

 

I celiaci e le persone intolleranti al glutine hanno bisogno di seguire una dieta a base di prodotti estremamente selezionati, ossia privi di quella sostanza proteica che si trova in molti cereali, tra cui il grano, l’avena, il farro e l’orzo. Dal momento che molti di questi cereali vengono abitualmente utilizzati nel processo brassicolo, chi soffre di celiachia è costretto a rinunciare anche alla birra, limitandone fortemente il consumo o eliminandolo totalmente dal proprio regime alimentare.

Tuttavia, negli ultimi tempi la situazione è radicalmente cambiata rispetto al passato, grazie soprattutto a una maggiore sensibilizzazione sull’argomento che ha spinto molti birrifici a proporre bevande accessibili anche a chi soffre di questi disturbi alimentari. Quello delle birre senza glutine è, infatti, un settore merceologico che sta vivendo un periodo di forte espansione anche nel nostro Paese e, se fino a qualche anno fa, supermercati e discount lesinavano su questi prodotti, recentemente la scelta è diventata più ampia e in grado di soddisfare le specifiche esigenze di numerosi utenti e intenditori.

Ma come si comporta la birra gluten free alla prova del calice? Al fine di scongiurare ogni possibile pregiudizio abbiamo stilato una classifica che riporta quelle che sono le migliori dieci attualmente reperibili sul mercato.

 

Birra tradizionale vs birra senza glutine: cosa cambia?

Per risolvere il problema dell’elevato contenuto di glutine nel malto d’orzo e in molti cereali usualmente impiegati nel processo di birrificazione, molte aziende del settore hanno adottato nuove tecniche produttive in cui l’orzo viene sostituito con succedanei di vario tipo, tra cui il riso, il mais, il miglio senza glutine e altri ingredienti in grado di fornire zuccheri fermentabili (come zucche e castagne).

Questi prodotti si dividono sostanzialmente in due categorie: le birre totalmente “gluten free”, che non presentano la minima traccia di glutine perché prodotte con materie prime che non possiedono questo complesso proteico, e le “gluten removed” ossia quelle che vengono sottoposte ad alcune “correzioni” in diverse fasi del processo produttivo per portare la percentuale di glutine al di sotto di una soglia minima (20 ppm).

Sebbene l’assenza di glutine non si traduca in un minore piacere per chi assapora la bevanda, nel caso delle birre prodotte con malti di cereali diversi da quelli tradizioni la resa finale potrebbe comunque dare al prodotto un sapore diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. Per questo motivo, le birre 100% gluten free spesso risultano di difficile approccio perché le materie prime impiegate come surrogati del malto d’orzo che contiene glutine determinano caratteristiche organolettiche differenti e non sempre assimilabili a quelle delle birre tradizionali.

Per le “gluten removed”, invece, si segue la ricetta tradizionale fino alla fase della deglutinazione, un particolare processo industriale di raffinazione del prodotto che elimina gran parte della componente proteica del glutine dannosa per chi soffre di celiachia.

Questi interventi possono essere eseguiti a monte, come nel caso del malto deglutinato all’origine, oppure nella fase finale del processo brassicolo mediante l’impiego di enzimi specifici che contribuiscono a ridurre la quantità di glutine presente, fino a ottenere valori inferiori a 10 mg/litro.

Pertanto, il sapore della birra ottenuta da malto d’orzo senza glutine risulterà quasi del tutto simile a quello di una birra “classica”. Tuttavia, grazie ai numerosi passi avanti compiuti dalle aziende birrarie dal punto di vista qualitativo, anche le varianti totalmente gluten free possono rappresentare un’ottima alternativa per quanti sono alla ricerca di prodotti del tutto privi di glutine.

 

Le dieci migliori birre senza glutine

Come promesso, qui di seguito vi presentiamo la nostra top ten delle dieci migliori birre “gluten free” messe a disposizione dal mercato.

 

1. Tripel Brunehaut

Vincitrice del World Gluten Free Beer Award nel 2013, la Tripel Brunehaut è una birra belga prodotta esclusivamente con materie prime biologiche e totalmente prive glutine. Nonostante l’elevata gradazione alcolica, presenta un sapore fresco e intenso che persiste a lungo sul palato.

2. Tennent’s Gluten Free

Oltre a essere la prima birra senza glutine prodotta dal rinomato birrificio scozzese Tennent’s, viene realizzata a partire dal malto tostato che le conferisce un sapore energico e ricco in grado di ingannare effettivamente il palato, nascondendo la sua natura “gluten free”.

 

3. Langer Schnitzer Bräu

Medaglia di bronzo per una birra artigianale prodotta a partire dal malto di miglio (cereale naturalmente senza glutine) in sostituzione di quello d’orzo. Leggermente torbida e con una schiuma bianca appena accennata, piace per il gusto fresco e floreale che soddisfa anche i bevitori più esigenti.

 

4. Daura

La Daura è una bionda spagnola prodotta dall’azienda Estrella Damm a partire dal malto d’orzo, come per le birre classiche. In questo caso, la componente proteica del glutine viene abbattuta attraverso un processo di raffinazione che la porta a un livello inferiore a 3 ppm. Il sapore vagamente dolce e intenso ne fa una delle migliori alternative “gluten free” in commercio.

 

5. Peroni senza glutine

Anche l’azienda italiana Peroni ha aggiunto al suo catalogo una birra pensata appositamente per i celiaci: al pari della versione classica, il sapore è pieno e ben bilanciato, con un contenuto di glutine inferiore a 10 ppm.

6. Nemus Gruit Ale

Dall’esperienza del birrificio artigianale Nemus nasce la Gruit Ale, una birra senza luppolo che si caratterizza per il colore ambrato intenso e le avvolgenti note di pane tostato, cioccolato e frutta secca. Il sapore amaro medio-basso ne bilancia la struttura, sprigionando in bocca un leggero retrogusto torrefatto, che però abbandona velocemente il palato lasciandone solo un vago ricordo.

 

7. M’anis 5.0

La M’anis 5.0 è una birra di riso di bassa fermentazione prodotta con l’impiego di materie prime selezionate, tra cui malto d’orzo deglutinato, luppoli tedeschi, lievito e il pregiatissimo riso Carnaroli. Questi ingredienti, sapientemente miscelati dal mastro birraio, donano alla bevanda un’elegante amarezza, che viene ulteriormente ammorbidita dalle note finali del riso.

 

8. Best Brau

All’assaggio la Best Brau presenta un sapore più leggero – con meno sentori di luppolo e malto rispetto alle versioni classiche – che la rende scorrevole al sorso e abbastanza persistente al palato pur senza presentare un gusto particolarmente distintivo.

9. Alpen

A differenza delle precedenti, la Alpen si contraddistingue per la schiuma più compatta e chiara, anche se dopo averla versata nel bicchiere per birra non si nota alcuna bolla di gasatura in sospensione. All’olfatto prevale il sentore del malto che ritroviamo anche sul finale del sorso, rivelandosi moderatamente amara ma comunque ben strutturata.

 

10. Perlenbacher

L’ultima birra senza glutine che vi proponiamo è una bionda tedesca di buona gradazione (7,9%), reperibile presso i supermercati della catena LIDL in lattina da mezzo litro. Alla vista si presenta con un intenso colore ambrato e schiuma poco persistente, mentre al naso le prime note a essere percepite sono quelle del malto. Pur non dando l’impressione di essere un surrogato della birra “tradizionale”, all’assaggio si rivela poco gassata e con un corpo slavato senza alcuna traccia di amaro.

 

 

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