8 cocktail con gin da bere almeno una volta nella vita

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Il gin è uno tra i liquori più celebri e apprezzati al mondo. Lo sapevate che la sua “scoperta” è l’ennesimo regalo che l’Italia ha fatto al mondo dell’enogastronomia? I primi “antenati” di questo distillato – tipicamente ricavato da cereali o patate e lasciato macerare in una miscela di bacche, erbe o spezie –  infatti sono stati prodotti dai monaci della Scuola Medica di Salerno che hanno effettuato una serie di esperimenti distillando l’alcol e il ginepro, al fine di ottenere una medicina. Nel corso dei secoli, questa formula è stata modificata fino a ottenere il liquore che ben conosciamo e nel quale, secondo un disciplinare dell’Unione Europea, il sapore delle bacche di ginepro dovrebbe essere predominante. 

Il gin è molto utilizzato soprattutto per la realizzazione di cocktail più o meno celebri e qui di seguito ve ne segnaliamo alcuni, da assaggiare almeno una volta nella vita. Ognuno di questi cocktail necessita di un bicchiere ad hoc; perciò, se ne siete sprovvisti, potete acquistarne su https://cookinglife.it/ che propone anche una grande varietà di accessori per le varie preparazioni. 

 

Negroni

Probabilmente il cocktail per eccellenza, conosciuto, bevuto e apprezzato in tutto il mondo. Il gin è uno degli ingredienti imprescindibili del Negroni e, con i suoi sentori di bacche e spezie, si sposa alla perfezione con l’amaro del bitter e con l’aromatica dolcezza del vermouth. La preparazione non è complessa, anche perché le dosi dei tre elementi sono identiche: 1/3 di gin, 1/3 di vermouth e 1/3 di bitter. 

 

Gin Fizz

Altro cocktail di grande fama, semplice da preparare e non troppo impegnativo da bere. Per questo è uno dei preferiti quando si avvicina la bella stagione e si desidera qualcosa di rinfrescante… ma con una spinta in più! Gli ingredienti sono essenziali, ovvero gin, succo di limone, zucchero e soda, da miscelare nel bicchiere e da guarnire con una fetta di limone. 

 

Dry Martini

Anche qui parliamo di un cocktail storico, dal gusto asciutto ma che, in realtà, non è “semplice” da gustare, per i sapori intensi che lascia in bocca e per il grado alcolico, che non lo rende esattamente leggero. Detto questo, si prepara versando in un bicchiere 6 cl di gin e 1 cl di vermouth dry e completando il tutto con una scorza di limone strizzata sopra, in modo che il cocktail venga profumato dagli oli essenziali che si sprigionano dalla buccia dell’agrume. Spesso viene servito con una o due olive, infilzate con uno stuzzicadenti, al suo interno. La versione resa immortale dai film di James Bond è un Dry Martini con aggiunta di vodka che – come l’agente 007 ama spesso ripetere – deve essere agitato e non mescolato. 

 

Gin Alexander

Se preferite gusti più dolci e morbidi, allora l’Alexander fa al caso vostro. Indubbiamente raffinato, nasce dall’incontro di 3 cl di gin con la stessa quantità di panna fresca e di crema di cacao. Il tutto completata da una spolverata di noce moscata.

Dopo aver fatto una veloce panoramica sui cocktail a base di gin più conosciuti, vogliamo adesso focalizzare la nostra attenzione su mix più insoliti e meno noti, molti dei quali affondano le loro radici addirittura nell’800 o nei primi del ‘900. Potreste così scoprire gusti particolari e, perché no, provare a mettere un po’ in difficoltà il bartender del vostro locale preferito.

 

Ramos Gin Fizz

Le sue origini risalgono alla New Orleans della metà dell’800 e la sua invenzione è legata a Henry C. Ramos, barman molto attivo e sulla cui mitica figura sono nate numerose leggende (compresa quella che ne mette in dubbio la reale esistenza). Quella che è certo è l’esistenza del cocktail, una variazione complessa (e non esattamente semplice da realizzare) del Gin Fizz. La difficoltà nel creare un Ramos sta soprattutto nella presenza di alcuni ingredienti insoliti come l’albume dell’uovo, l’acqua di fiori di arancio e l’estratto di vaniglia. A questi elementi si aggiungono ovviamente gin, succo di limone e di lime ma anche sciroppo di zucchero e panna fresca. Insomma, non un cocktail banale ma che, come da titolo del nostro articolo, almeno una volta nella vita andrebbe bevuto. 

Bijou

Proseguiamo il nostro viaggio a ritroso nel tempo per arrivare alla fine del 1800, quando Harry Johnson – uno dei maestri nella creazione di mix alcolici – diede vita al Bijou, nome che gli venne ispirato dai tre “gioielli” che decise di miscelare, ovvero il gin, il vermouth e lo Chartreuse verde (un vero e proprio elisir, ricavato dai monaci dell’Ordine degli Chartreux da ben 130 erbe e piante officinali, secondo una ricetta che si tramanda da secoli). A questi tre ingredienti si aggiunge qualche goccia di bitter all’arancio e il risultato è un cocktail piuttosto complesso e dall’elevato grado alcolico. 

 

French 75

Altro cocktail dalla storia praticamente centenaria è il French 75, il cui anno di nascita è il 1930. Origini antiche ma preparazione piuttosto semplice visto che è sufficiente riempire uno shaker di ghiaccio, 3 cl di gin, 1,5 cl di succo di limone, un cucchiaino di zucchero, versare il tutto in un bicchiere e completare aggiungendo 6 cl di champagne. 

 

Tuxedo 

Chiudiamo la nostra panoramica sui mix a base di gin con il Tuxedo, altro cocktail ultracentenario che, ai nostri giorni, è davvero poco diffuso e bevuto. La sua nascita è avvolta nel mistero ma sicuramente fu creato alla fine dell’800 al Tuxedo Club di New York, ritrovo dell’aristocrazia americana dell’epoca. Si prepara miscelando numerosi ingredienti: 3 cl di gin, 3 cl di vermouth dry, 0,5 cl di sciroppo di zucchero, mezzo cucchiaio di maraschino, qualche goccia di assenzio e di orange bitter e una ciliegia sotto spirito. 

 

 

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